“Un unico dato certo – recita il testo dell’interrogazione parlamentare presentata da Montagnoli -: fino ad oggi AdR ha dato, secondo l’interrogante, ampia prova di incapacità nella gestione dei servizi aeroportuali ma anche dei propri bilanci finanziari (l’indebitamento finanziario netto di AdR si è attestato, al 31 marzo 2010, a 1304,5 milioni di Euro)”. E non la manda già che – come ampiamente documentato da AVIONEWS nei giorni scorsi – AdR subordini “L’intero piano di sviluppo aeroportuale all’aumento delle tariffe del Cipe; in altre parole – dice il parlamentare – l’investimento del privato è condizionato al finanziamento pubblico”. “Apparirebbe oltremondo strano – chiosa Montagnoli – se Gemina (azionista di riferimento in AdR, NdR) provvedesse ad un aumento di capitale dopo l’approvazione del nuovo aumento”. Una dichiarazione che la dice lunga sulla fiducia che in ambiente governativo si ha in questo scenario: la famiglia Benetton – che controlla Gemina – già cinque anni fa con Atlantia (autostrade) ha fatto soffrire quando si è trattato di investire. All’epoca Giulio Tremonti bloccò a lungo i fratelli di Ponzano Veneto sui vecchi pedaggi autostradali perché il ministro non si fidava che avrebbero fatto gli investimenti previsti. Dopo un estenuante braccio di ferro – che ricorda molto da vicino quello che sta accadendo ora con le “Anticipazioni tariffarie” della Finanziaria 2009 – l’accordo si fece. Alla luce di questa retrospettiva e dei conti di AdR, Montagnoli chiede a Matteoli di “Intervenire presso il Cipe per chiedere, prima di procedere all’aumento delle tariffe aeroportuali, la verifica della bontà degli interventi previsti dai gestori aeroportuali”, appellandosi alla “Direttiva in materia di regolazione tariffaria dei servizi aeroportuali offerti in regime di esclusiva” allegato alla delibera Cipe 15 giugno 2007, n. 38. Da quando gli aumenti furono ratificati (novembre 2009) il Cipe non s’è più riunito fino al 22 luglio scorso. E lì è arrivata una fumata nera. Intanto, fra Tremonti che aspetta Gemina, Gemina che aspetta gli aumenti e il Cipe che si aspetta di dover fare un’altra fumata (bianca o nera che sia), tutti gli scali italiani – Fiumicino in primis – passano un’estate inquieta. Per alcuni sarà un po’ come essere un operaio al rientro dalle ferie forzose: a settembre, passato il boom di traffico vacanziero, per quegli scali che già sanno di potersi reggere solo sugli aumenti tariffari, che scenario si profilerà?