Qualche giorno fa, dopo il salvataggio della famiglia inglese al Singita, l’ultimo episodio davvero fortunato per una coppia di Ekaterinburg, capoluogo dell’Oblast di Sverdlovsk, situata sul lato asiatico degli Urali. È il principale centro industriale e culturale della regione degli Urali. La sua popolazione di 1.300.000 abitanti(2002), ne fa la quarta città della Russia per abitanti. Moglie, marito e bambino di 8 anni, dopo una notte trascorsa all’albergo la Conchiglia di Fregene, quasi all’alba decidono di andare in spiaggia, attraversano a piedi il piazzale ed entrano al Lido. Sono le 7.00, l’aria è fredda, dopo la burrasca del giorno prima ma la famiglia è abituata a altre temperature. La spiaggia è deserta e c’è una forte corrente con una buca che tira forte verso il largo. La donna, Oxana 47 anni, è la prima ad entrare in acqua, in pochi secondi è già ad un centinaio di metri dalla riva. Il marito, Sergei 52enne, mantiene il controllo, grida al figlio Ostap di andare a chiedere aiuto all’albergo, poi nota una ciambella di salvataggio miracolosamente sulla riva dello stabilimento accanto, il Janga. La prende e si butta, raggiunge la donna e tutti e due restano appesi a quel cerchio di speranza. Intanto il bambino vola, non lo sa ma sarà la corsa più importante della sua vita, arriva alla reception, non parla italiano ma riesce a farsi capire, il padre e la madre stanno affogando. Viene chiamato al telefono il bagnino del Lido, Michele Fabbri, che abita a qualche centinaio di metri. È a letto ma si precipita e arriva dopo pochi minuti: “Dentro di me pensavo che avrei recuperato i cadaveri – commenta – bastano pochi secondi in mare per rimetterci la pelle”. Invece quando arriva la coppia è ancora aggrappata alla ciambella, si vede la macchia rossa del salvagente e le due teste che spuntano dalle onde. E, altro colpo di fortuna, il pattino è pronto, i remi sono sugli scalmi, perché un ragazzo, William Nieddu, lo aveva portato in riva e stava cercando di superare le onde. Ma Michele è molto più esperto, qualche colpo di remo e arriva dai russi tirandoli a bordo. Una volta a terra la famiglia, esausta, si abbraccia commossa e ringrazia, in russo, ripetutamente Michele.