Come gestire i permessi legge 104

La ormai celebre legge 104 è comparsa nel nostro ordinamento all’inizio degli anni Novanta, e da quel momento ha disciplinato le indennità di accompagnamento, gli sgravi fiscali, le pensioni anticipate, le pensioni di invalidità, i congedi straordinari e i permessi. Essa viene applicata per i familiari di una persona disabile che sono chiamati a occuparsene, o per i disabili stessi. Coloro che hanno il diritto di beneficiare di questa legge sono i dipendenti del settore privato e i dipendenti del settore pubblico che hanno firmato un contratto di lavoro dipendente part time o full time; lo scopo della normativa è quello di garantire un supporto idoneo ai soggetti che sono alle prese con problemi di salute gravi, in modo tale che possano essere assicurate loro l’autonomia e la dignità che meritano.

Come sfruttare i permessi della legge 104

Chi è intenzionato a beneficiare dei permessi ex legge 104 è tenuto a presentare una domanda in cui specifica, tramite un’autocertificazione, le condizioni personali per le quali la domanda stessa è da ritenersi necessaria: occorre indicare non solo la situazione di handicap della persona di cui ci si deve occupare, ma anche il grado di coniugio, di affinità o di parentela.

Al di là delle varie agevolazioni, la legge assicura permessi retribuiti su cui si sta discutendo: al centro del dibattito, in particolare, è il preavviso che occorre fornire al datore di lavoro. Tale preavviso non è disciplinato a livello formale, dal momento che nel testo di legge non se ne fa alcun riferimento. I permessi retribuiti possono corrispondere a riposi giornalieri di una o due ore, o a tre giorni di riposo al mese.

Legge 104: a chi spettano i permessi

Hanno diritto ai permessi retribuiti per la legge 104 i lavoratori dipendenti che sono assunti tramite un contratto di lavoro individuale affini o parenti entro il terzo grado, i lavoratori dipendenti che sono assunti tramite un contratto di lavoro individuale il cui coniuge è un portatore di disabilità, i lavoratori dipendenti assunti tramite un contratto di lavoro individuale che sono genitori (affidatari, adottivi o biologici) di un figlio disabile a carico anche se non convivente e i lavoratori dipendenti che sono assunti tramite un contratto di lavoro individuale affini o parenti di un soggetto disabile entro il secondo grado.

Il preavviso per la richiesta dei permessi 104

Il testo della legge non presuppone obblighi di preavviso di alcun genere, il che significa che allo stato attuale il preavviso non è regolamentato. Si sta iniziando a parlare, però, di introdurre un obbligo in questo senso, che dovrebbe servire a organizzare meglio le attività amministrative. L’obbligo dovrebbe riguardare solo i dipendenti pubblici, e avrebbe la finalità di assicurare la funzionalità degli uffici. A suggerirlo è stata l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, che ha messo in evidenza il problema proprio mentre è in atto la trattativa per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici.

L’intento sarebbe quello di conciliare le esigenze degli uffici con il diritto ai permessi, anche per prevenire e contrastare gli abusi su cui si è concentrata la Riforma Madia in relazione ai procedimenti disciplinati, in funzione della quale dopo tre anni di valutazioni negative è previsto il licenziamento. L’Aran non intende mettere in discussione i tre giorni di permesso e la discrezionalità di cui si può beneficiare per la loro fruizione, ma semplicemente consiglia di stabilire un lasso di tempo – pari a tre giorni – entro il quale è necessario dare il preavviso. L’idea è quella di introdurre un obbligo di comunicazione, o magari di redigere un calendario per pianificare in anticipo la fruizione dei permessi non solo per la legge 104, ma anche per i casi di donazione del midollo osseo o di donazione del sangue. Chiaramente, dal momento che si sta parlando di diritto alla salute, per i casi di improvvisa necessità il periodo di preavviso potrebbe essere ridotto.