Troppa gente per la chiesa di San Giorgio, così i parroci, e non si ricordano precedenti, hanno deciso di celebrare la messa all’aperto, sul grande sagrato tra la scalinata e il viale. Se faceva freddo nessuno se n’è accorto tanta era la commozione dei presenti. Tra i quali c’erano moltissimi ragazzi, i compagni di scuola dell’Istituto Paolo Baffi, quelli del settore giovanile del Fregene e del Maccarese calcio con tutti i dirigenti. Tanti anche gli agenti, i funzionari del commissariato di polizia di Fiumicino, dove il padre di Andrea, Maurizio, è uno stimato ispettore capo.A Don Tommaso Fanti, sacerdote storico di Maccarese, il compito non facile di trovare le parole per spiegare alla platea, ancora incredula, il mistero della vita. <<Signore, anche io mi sono domandato perchè – ha esordito il monsignore – la spiegazione che mi sono dato è che per Andrea era già pronto un posto in cielo>>. Dietro alla bara tantissimi fiori, sopratutto gigli bianchi, sopra una sola corona con la  scritta: <<papà>>. Una cerimonia semplice, in certi momenti straziante per il suo assoluto candore. Il primo a prendere la parola è stato Nicola, compagno di classe e di squadra, che legge una poesia e poi chiude in lacrime con <<ciao capitano>>. Quindi il saluto della sorella di Andrea, Erica, che invita la folla a <<non dimenticare mai>> il fratello. Anche la mamma Eleonora trova la forza di prendere la parola e di ringraziare, quasi guardandoli ad uno ad uno, tutti i presenti che <<si sono stretti in questo modo straordinario intorno a noi>>. Finisce la cerimonia, ci vorrà una buona mezz’ora prima che tutti trovino il modo di salutare i genitori. Viene sollevata la bara, dal gruppo dei ragazzi parte il coro: <<ciao campione>>. E’ l’ultimo, scrosciante applauso per Andrea Porcelli. (Fabrizio Monaco).