È arrivata domenica sera intorno alle 20.00 sulla spiaggia di Fregene. La corrente l’ha spinta sul bagnasciuga dello stabilimento Coqui ma quando si è avvicinata alla riva per lei non c’era più niente da fare. Un vero peccato perché era un bell’esemplare lungo 110 centimetri di «caretta caretta», una specie una volta comune nel mar Mediterraneo. Adagiata sulla sabbia dagli uomini dell’Ufficio locale marittimo di Fregene, chiamati dai passanti, con la sua corazza di colore marrone, le zampe distese e gli occhi aperti, sembrava ancora viva alle persone che si erano radunate intorno. «Sul corpo non c’erano segni particolari – racconta Carlo che passava in quel momento sulla spiaggia – nulla che facesse pensare a un colpo ricevuto da un’elica o qualcosa di simile».
Ignote quindi le cause del decesso, saranno i tecnici dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, che l’hanno portata via ieri in tarda mattina, a cercare di capire cosa può essere successo. Nel passato ci sono stati altri casi di ritrovamento sulla spiaggia di tartarughe marine, nella maggior parte dei casi si trattava di esemplari morti da tempo, carcasse alla deriva trasportate dal mare. «In questo caso il decesso è invece recente – spiega un veterinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale che ha prelevato il corpo».
La caretta caretta è oggi classificata tra gli animali ad altissimo rischio di estinzione. Le cause sono le solite: la loro cattura accidentale nelle reti da pesca o con gli ami, la distruzione dei loro habitat di riproduzione, l’inquinamento marino. Che hanno determinato il loro inserimento tra le specie protette dai vari accordi internazionali.

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