Tristezza. Questo è il sentimento che ti pervade facendo un giro sul lungomare di Maccarese.
Ora che le spiagge si svuotano di vacanzieri, restano i segni di una inciviltà a cui è difficile credere. Eppure la devastazione è lì davanti agli occhi: cartacce, bottiglie, lattine, buste di plastica, secchielli sbiaditi, sdraio e ombrelloni rotti, vasi di coccio sbeccati, mobiletti di legno erosi dalla salsedine, cassette di tutti i tipi, pneumatici e chi può ne ha più ne metta. Anche la rete di un letto, un pannello di vetro incorniciato di rosso e una sedia sono appoggiati ordinatamente alla rete, quasi aspettassero che qualcuno li accolga in una nuova casa.
E poi, di tanto in tanto si incontrano enormi cumuli di scarti di potature mescolati a calcinacci e mattonelle.
Infine la desolazione della pista ciclabile. Al momento, così com’è, somiglia a una cattedrale nel deserto: c’è sabbia e rifiuti sul tracciato, le aiuole sono in stato di abbandono, addirittura nella parte che finisce a via Praia a Mare la ciclabile termina con uno scalino di 20 cm.
Nessuna meraviglia che sia finora sia stata praticamente inutilizzata: al di là della pulizia e della cura delle aiuole, finché non sarà congiunta al lungomare di Fregene e di Passoscuro, chi ne può beneficiare?