Si tratta del temuto regolamento n.1967 del 21 dicembre 2006, approvato dal Consiglio Europeo e rinviato più volte nel corso degli ultimi anni. Una serie di regole studiate a tavolino per preservare l’ecosostistema marino che vieta l’uso di draghe, manuali e meccaniche, entro 0,3 miglia marine (poco più di 550 metri) dalla costa. Norme che se applicate decreterebbero la fine della pesca delle telline, immancabili nei ristoranti del Lazio, in particolare a Fiumicino dove l’anno scorso è nato il presidio Slow Food “tellina litorale romano”. Ma sarebbe la fine anche dei pescatori di cannolicchi e vongole, raccolte con le draghe sempre a poca distanza dalla riva. A tremare in questi giorni tantissime famiglie che da generazioni vivono della raccolta dei molluschi, un centinaia solo a Fiumicino. Ma anche quelle della pesca tradizionale a strascico, per le quali sono previste ugualmente pesanti restrizioni sulle distanze dalla costa e sulla tipologia delle maglie delle reti. <<Sono giorni difficili – commenta Claudio Brinati, presidente di Federcoopesca – viviamo con questa spada di Damocle sulla testa. Finora il regolamento era stato rinviato e già alla fine del 2008, insieme ad istituti di Biologia marina, abbiamo elaborato documenti che provano la specificità nazionale chiedendo una deroga comunitaria. Il Ministero delle politiche agricole è al nostro fianco ma la deroga non arriva il 1° giugno è vicino. Sarebbe un colpo letale per il settore, la fine delle telline dalla nostre tavole, visto che il regolamento vieta anche la pesca sportiva con il rastrello a mano. Domani ci sarà una riunione al Ministero con tutte le associazioni principali di categoria. Ma tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto, ora manca solo la deroga>>. Tra i pescatori il tam tam è già cominciato, se da Bruxelles non arriveranno novità ci si prepara a manifestazioni di protesta eclatanti. <<La preoccupazione nel settore è enorme – spiega Lorenzo Melchiorri, presidente della Cooperativa Fiumicino Pesca – in un periodo di crisi come questo sarebbe un colpo letale per tutto il sistema. La deroga era attesa da tempo, il fatto che non arrivi allarma tutti e non solo a Fiumicino dove sono 250 le famiglie che vivono grazie alla pesca>>. Una prospettiva che spaventa persino Slow Food Lazio che, proprio per sostenere le piccole produzioni di eccellenza che rischiano di scomparire, ha lanciato da Passoscuro a Capo d’Anzio il primo presidio “tellina litorale romano”. Una rivoluzione che provocherebbe conseguenze clamorose anche nell’indotto, dalle pescherie fino ai ristoranti, dove dal 1° giugno sparirebbero dai menù le bruschette e gli spaghetti con le telline, una delle specialità della nostra costa. <<Mi sembra una pazzia – sbotta Maurizio Mastino, uno dei titolari del celebre ristorante di Fregene che ha fatto la sua fortuna con il celebre mollusco – è la solita legge fatta da chi il mare non lo conosce, per proteggere l’ambiente marino serve altro, qui il mare mica è l’Atlantico. Ma chi glielo spiega ai burocrati che cos’è il nostro rastrello a mano e soprattutto che cosa sono le bruschette con le telline?>>.