Due vitellini sbranati e una mucca prossima al parto morta. È il bilancio dell’ultimo assalto dei “lupi di Fiumicino” che nella notte tra domenica e lunedì hanno preso di mira l’allevamento Castel Lombardo in via del Casale di Sant’Angelo a Torre In Pietra. Distante un paio di chilometri dalla via Aurelia e poco più del doppio dal mare di Passoscuro. Sul fatto che si tratti di lupi non ci sono dubbi, come certa è l’escalation in corso, il branco è cresciuto e le bocche da sfamare sono in aumento secondo gli ultimi avvistamenti almeno 8-10 esemplari. A nulla sono serviti i tentativi dei titolari dell’azienda, che alleva animali allo stato brado, di ricoverarli per la notte nella rimessa più vicina all’abitazione, i lupi non hanno avuto paura di avvicinarsi alla casa e per i vitellini non c’è stato scampo. Così come per la vacca che stava partorendo, per la paura è precipitata in un dirupo. Ormai persino i veterinari della Asl RMD hanno perso il conto degli animali morti nella zona, solo l’azienda Castel Lombardo nel 2014 ha perso 20 vitellini. <<Ma la ferocia di quest’ultimo assalto, i resti minimi degli animali, mi fanno pensare che il numero dei lupi sia ancora aumentato, ci deve essere stata un’altra cucciolata>>, commenta Cinzia Campello che si occupa dell’allevamento la cui proprietà è dal 1957 della madre, Maria Sole Agnelli. Lei stessa, nei 500 ettari dell’azienda faunistica, ha avvistato almeno una decina diversa di lupi. <<Mia figlia con il telefono ha registrato il loro coro notturno, lei inizia il richiamo e il branco a distanza risponde con almeno una decina di voci, una prova impressionante che dimostra come i lupi siano proprio dietro casa – continua la Campello – del resto loro qui si sentono protetti non solo dalla Riserva ma anche dalle nostre recinzioni che tengono lontano persone e automobili>>. 

Forse il peggio deve ancora venire, visto che i bovini proprio ora hanno iniziato a partorire. <<Da adesso fino ad aprile iniziano a nascere i vitelli, i puledri e gli agnellini – spiega Giuliano Rinaldi, veterinario della Asl RMD che segue il problema – i lupi sono attratti dall’odore del sangue e li assalgono appena usciti dal ventre delle madri, anche queste ultime sono a rischio visto che sono debilitate. La loro densità è cresciuta molto, generalmente un branco è composto in media da 4-5 elementi. Nel Comune di Fiumicino sono stati avvistati due branchi, il primo nella zona tra Maccarese e Castel di Guido conta 8 esemplari, mentre questo tra Torre In Pietra e Testa di Lepre è più numeroso, almeno una decina di unità>>.

Una convivenza difficile quella tra lupi e allevatori che è stata oggetto di un incontro organizzato dalla Asl proprio qualche giorno fa dal titolo <<Come salvare il lupo, la capra e il cavolo>>, al quale hanno partecipato studiosi e allevatori. Paolo Ciucci, ricercatore del dipartimento di Biologia dell’università La Sapienza, ha spiegato come in Italia il ripopolamento del lupo sia in corso d’opera e abbia permesso alla specie di passare in pochi decenni da un centinaio di esemplari a più di 1500. 

Ma i problemi non mancano e gli allevatori si sentono soli a fronteggiare il fenomeno. <<Le nostre aziende in un momento di profonda crisi stanno subendo danni gravissimi – dichiara Claudio Destro, presidente di Confagricoltura Roma – abbiamo esposto anche al Prefetto la situazione di pericolo ma finora non sono state trovate soluzioni>>.

I rimborsi degli enti per i danni da fauna selvatica sono <<offensivi, per ogni vitellino morto arrivano 41 euro dalla Provincia, di cui 14 se ne vanno in carte bollate – spiega un allevatore. C’è poi un problema più generale di sicurezza, in via Casale di Sant’Angelo, dove sono avvenuti gli ultimi attacchi, i nostri bambini la mattina sono alle fermate degli autobus scolastici. Dovremmo sentirci sicuri?”.