“Dopo le molte ipotesi e congetture in merito all’Ordine del Giorno sulla chiusura del ciclo dei rifiuti, presentato dalla maggioranza al Consiglio Comunale del 23 marzo, è necessario fare chiarezza su alcuni punti. Lo stupore iniziale di vedersi consegnare a inizio lavori il documento in questione del quale non era stata data in precedenza alcuna informazione ai consiglieri di minoranza, ha lasciato ben presto spazio ad una serie di interrogativi a cui né Sindaco né altri hanno saputo o voluto rispondere in maniera adeguata. In primo luogo, considerato che la chiusura del ciclo rifiuti è una questione fondamentale di cui si è spesso parlato, e considerato che la Commissione Ambiente proprio in tema di rifiuti ha gia’ presentato degli atti firmati da tutti i consiglieri sia di maggioranza che di opposizione, proprio per segnalare l’interesse comune di tutti riguardo a questo argomento, ci si sarebbe aspettati che a fronte di un atto cosi importante sarebbe stata richiesta la collaborazione di tutte le forze politiche in campo, cosa che invece non è avvenuta. È stato semplicemente chiesto di votare in aula un atto di indirizzo politico della maggioranza senza conoscerne i dettagli. Se in linea di principio infatti la chiusura del ciclo rifiuti è un concetto condivisibile, l’Ordine del Giorno presentato da Montino e Co. , non lo è in quanto presenta diversi punti poco chiari. In primo luogo l’atto chiede la realizzazione di un impianto di compostaggio aerobico per il trattamento dell’organico e del verde, che è esattamente quello che dovrebbe limitarsi a fare l’impianto AMA di Maccarese una volta tolta finalmente la trasferenza , cioè i rifiuti provenienti dalla raccolta indifferenziata di Roma che transitano a Maccarese solo il tempo necessario per essere appunto trasferiti negli impianti di smaltimento del Nord Italia e che tanto disagio creano nel ns Comune. Vogliamo ricordare a tale proposito che quando l’impianto di Maccarese trattava solo compost non erano stati riscontrati disagi e problemi rilevanti né per la popolazione né per l’ambiente. In secondo luogo l’atto non specifica né i quantitativi, cioè le dimensioni dell’impianto, né la località, ma specifica solo che si tratterebbe di un’area non agricola, cioè presumibilmente abitata. Questo significa che inevitabilmente ci sarebbero delle conseguenze per chi si trovasse ad abitare vicino al nuovo impianto, e prima di approvare qualsiasi atto è indispensabile a nostro parere sapere dove sarà il nuovo impianto, quanto sarà grande , e quali saranno le conseguenze sui residenti. Infine l’Ordine del Giorno firmato dalla maggioranza parla anche di una “piattaforma di valorizzazione del multimateriale” , mentre il termine corretto avrebbe dovuto essere recupero. Il recupero è  infatti una operazione di riciclo consueta, mentre la “valorizzazione” lascia aperto lo scenario della trasformazione energetica, cioè della realizzazione di un impianto di trasformazione dei rifiuti in energia, in altre parole un impianto a biogas o altro, costruito non in luogo agricolo ma urbano. Montino si è affrettato a precisare che per valorizzazione si intendeva vendita del multimateriale e quindi guadagno, ma tutti sanno che nel linguaggio dei “rifiuti” quando si parla di valorizzazione si intende ben altro… E comunque stante il dichiarato interesse da parte di tutti i consiglieri affinché Fiumicino diventi un Comune virtuoso senza impianti impattanti (biogas, inceneritori, discariche, ecc.), al di là dei generici atti di propaganda sarebbe opportuno lavorare in commissione ambiente ad un progetto condiviso e concreto, che faccia emergere le precise volontà politiche di ognuno, in modo da evitare che il lavoro sul ciclo dei rifiuti non sia solo il cavallo di battaglia elettorale di qualcuno ma diventi patrimonio di tutta la comunità cittadina”. È quanto dice Fabiola Velli, Portavoce M5S Fiumicino.