Il lungomare di Maccarese si è trasformato in una discarica. Entrando da via Praia a Mare in direzione degli stabilimenti balneari lungo i primi cinquecento metri della via sono state abbandonate tonnellate di rifiuti di ogni tipo. Cumuli stratificati, allineati a una decina di metri l’uno dall’altro, proprio accanto alla recinzione che separa l’area dei parcheggi da ettari di macchia mediterranea incontaminata della Riserva statale del litorale romano. Proprio su quel lungomare lo scorso fine novembre sono iniziati i lavori per realizzare la pista ciclopedonale che dovrebbe riqualificare l’intero fronte mare. Ora, grazie ai rifiuti, ridotto al rango di periferia di una baraccopoli. Non è una novità, quella strada d’inverno poco frequentata e senza abitazioni è sempre stata una delle mete preferite da chi ha materiale di risulta da smaltire: calcinacci, potature, vecchi mobili, il solito degradante campionario. «Ma si può tollerare una cosa del genere – sbotta Silvio Salera AD della Maccarese S.p.a. – una zona così bella ridotta in questo stato. Più volte al posto della pubblica amministrazione siamo interventi per pulire, passa qualche settimana e gli scarichi riprendono, senza controlli sarà sempre così».
«Conosciamo il problema – interviene l’assessore comunale all’Ambiente Roberto Cini – stiamo preparando l’ordine di servizio con cui l’Ati che raccoglie i rifiuti nel Comune procederà alla bonifica. Solleciteremo anche la ditta che sta realizzando la ciclabile a non lasciare mucchi di terra degli scavi in giro. Anche se a questi signori non serve certo un pretesto per abbandonare di tutto, non aiuta a tenere sotto controllo la situazione. Per arginare il fenomeno degli scarichi, ormai generalizzato, stiamo predisponendo un piano, abbiamo richiesto dei preventivi, vogliamo dotarci di un sistema di telecamere mobili da piazzare nei punti più sensibili. Il territorio comunale è immenso e non è possibile controllarlo tutto».