Dalla fine dell’anno Maccarese è sotto lo scacco degli storni. Decine di migliaia di uccelli che hanno invaso un po’ tutto il centro agricolo, in particolare l’impianto zootecnico di viale Maria dove si trovano circa 3mila bovini. Puntuali, le nuvole nere arrivano dalla capitale al mattino presto e rompono le righe sugli alberi che circondano le stalle. Quindi aspettano che gli operai riempiano le mangiatoie e fanno colazione con le granaglie, i semi e i mangimi di cui sono ghiotti, facendo la spola tra il naso delle mucche e gli eucalipti. Nel pomeriggio il rituale si ripete quando le mangiatoie vengono riempite per la seconda volta. Solo al tramonto gli uccelli ritornano nella capitale dove durante la notte la temperatura è più calda di almeno 5 gradi. Un passaggio che lascia il segno nel territorio provocando una infinità di disagi al centro zootecnico, alle abitazioni, alla piazza centrale del borgo, agli agricoltori. Non solo per il guano, che ricopre tutto, ma anche per i danni ai campi coltivati e agli alberi da frutto.

“Ci stanno creando seri problemi di natura sanitaria − spiega il direttore della Maccarese Claudio Destro − a niente sono serviti i detonatori installati. Ora siamo stati costretti a chiedere l’intervento di una squadra di operatori di falchi addestrati per allontanare questi volatili. Il problema è serio e a questo punto è indispensabile un intervento delle autorità amministrative e sanitarie”.

falco

I falchi (nella foto uno dei 10) sono entrati in azione da un paio di giorni, sono una decina guidati da quattro specialisti che li spostano nelle stalle. “Non servono alla cattura degli uccelli ma funzionano come deterrente – commenta uno di loro mentre tiene un falco sul braccio – in altre realtà l’esperimento ha funzionato. In fondo si ricreano le condizioni naturali, gli storni vengono spaventati da loro antagonisti. Li portiamo al mattino alle 9.00 e li ritiriamo al tramonto, due esemplari li lasciamo anche la notte. Ci vorrà del tempo ma poi, sono sicuro che gli storni cambieranno aria”.

“È stato sicuramente il freddo di questi ultimi giorni a spingerli qui, il gelo gli ha impedito di trovare il cibo e così da Roma sono arrivati in campagna, per loro Maccarese è una grande mangiatoia – spiega Riccardo Di Giuseppe, naturalista e responsabile delle oasi del WWF del litorale − lo storno è un animale intelligente, sicuramente un esemplare ha segnalato l’abbondanza di cibo e gli altri lo hanno seguito”.

Un passaparola che ha dirottato sul centro agricolo milioni di uccelli affamati. Ai quali dovranno fare attenzione anche gli aerei diretti all’aeroporto di Fiumicino, vista la vicinanza delle piste.

“A metà febbraio, dopo aver svernato, gran parte di questi uccelli migratori tornerà in Europa centrale”, conclude Di Giuseppe. Nel frattempo, falchi permettendo, gli storni continueranno a fare i pendolari tra Roma e Maccarese?