Ha vinto i campionati italiani di nuoto in acque libere nella distanza dei 10 km. Una passione per lo sport totale e un esempio straordinario.

Poche parole, ma molti fatti. Massimo Mannocci è campione italiano di nuoto in acque libere. Il 26 luglio ha sbaragliato l’agguerrita concorrenza nel mare di Civitavecchia finendo davanti a tutti nella distanza più impegnativa, quella dei 10 chilometri categoria Masters. A 73 anni ha ancora l’entusiasmo di un ragazzino.  “Siamo campioni, gran caldo, gran culo, ma si sapeva”, ha commentato a modo suo abbracciato dalla sua allenatrice Sonia Ravaioli dello Sporting Village di Valcanneto.

Massimo a Fregene è sempre stato un mito nello sport. Il primo ricordo che ho di lui risale a quando faceva il maestro di nuoto tra l’Oasi e il Riviera. Noi, a La Nave, avevamo un istruttore bravo come Claudio Pace, ma lui era riuscito a tirare su una banda di ragazzini terribili, difficile tenere loro testa, gli aveva inculcato il mito del sacrificio e dell’allenamento, sembravano volare tutti sull’acqua.

Altro ricordo, quando in pineta si allenava nella corsa, nel terreno c’era il solco dei suoi ripetuti passaggi: “Il percorso Mannocci”, lo chiamavamo, un chilometro di distanza che serviva come riferimento a chi voleva provare a tenersi in forma. Poi le corse in bicicletta, altra sua grande passione ma se si fosse appassionato al cricket sarebbe riuscito anche in quello.

A casa sua a Fregene c’è tutta un’immensa parete ricoperta da coppe, medaglie, foto di vittorie. Non decine ma centinaia di successi in qualunque disciplina. Ora il triathlon è il suo preferito: nuoto, corsa e bici, uno sforzo massacrante che per lui che attraversa a nuoto lo stretto di Messina è quasi un gioco. Perché più c’è da allenarsi, da soffrire, e più lui è stimolato dalla sfida. Ogni giorno si allena almeno per 4 ore, la mattina inizia all’alba, in una piscinetta in giardino di pochi metri, si lega con degli elastici ai piedi a un fermo e comincia a nuotare con braccia e gambe, pur rimanendo fermo. “Mai visto uno così integro e con una passione così smisurata per lo sport”, racconta il fratello Claudio. Grande Massimo.

(di Fabrizio Monaco)