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Adr comunica che, “alla gara hanno partecipato, a testimonianza dell’interesse mondiale per lo sviluppo multimodale dell’aeroporto intercontinentale della Capitale, i principali gruppi dell’engineering aeroportuale. Aeroport de Paris, Parsons, Ineco/Naco, MottMcDonald, Halcrow, HoK, Aecom, Woodhead, Louis Berger, Arup, Drees & Sommer, Hochtief, Gmp Generalplanung, associati o in collaborazione con alcune importanti società di engineering italiane, tra le quali: Tecno Engineering 2C, studio Valle, 3TI Progetti, C. Lotti & Associati, One Works, Igeam”.
Tredici i concorrenti in gara con alla fine Scott Wilson che ha raggiunto il punteggio più elevato, la società avrà ora 18 mesi di tempo, coadiuvata da Aeroporti di Roma, Enac e in collaborazione con Changi Airport International, gestori dell’aeroporto di Singapore. Ovviamente tutto, secondo le fanfare del gruppo, è stato e verrà fatto all’insegna del massimo “degli standard mondiali per qualità, efficienza e funzionalità dello scalo”.
Ricordiamo, tanto per dare qualche numero, che Fiumicino nord nascerebbe su altri 1300 ettari di terreni agricoli della campagna di Maccarese (rispetto ai 1400 ettari già utilizzati), che il nuovo polo – “arricchendo il Mediterraneo di un nuovo hub di riferimento e garantendo all’Europa un nuovo polo di scambio con i continenti”, avrebbe 5 piste, 2 nuove a partire da via delle Tamerici, dietro l’Istituto Paolo Baffi di viale di Porto, quindi aerei sotto le finestre di casa a Maccarese e Fregene. Naturalmente “grande attenzione verrà destinata ai temi della sostenibilità ambientale. Fiumicino dovrà svilupparsi come polo tecnologico a basso se non addirittura nullo impatto emissivo, e rappresentare un esempio virtuoso per il contenimento dell’impatto acustico e per l’integrazione e il rispetto di tutti i beni paesaggistici, ambientali, culturali e archeologici”. Esattamente come è avvenuto in questi ultimi 50 anni, durante i quali non è stato attivato un sistema di rilevazione ufficiale dell’inquinamento acustico, ambientale e atmosferico, né sono state mai comminate sanzioni contro chi supera i limiti di legge, tantomeno indennizzi alla popolazione residente con interventi diretti di protezione, così come previsto da leggi regionali e statali vigenti.
“Il Masterplan includerà anche tutte quelle opere di servizio alle attività aeronautiche e non, come: strutture immobiliari e ricettive – centri congressi, alberghi, uffici e strutture terziarie e direzionali”, guarda caso. E naturalmente sarà “l’architrave del piano di sviluppo e investimenti che ADR ha ufficialmente presentato al Governo insieme a SEA nella sede di Villa Madama il 14 ottobre 2009, tappa di un processo avviato con il confronto parlamentare sul futuro del sistema aeroportuale italiano”. Peccato che un simile confronto non sia stato aperto con quelle decine di migliaia di persone che risiedono nel territorio, che verrebbero espropriate delle loro case, dei loro terreni agricoli e si ritroverebbero centinaia di jumbo sopra le loro teste e quelle di figli e nipoti per i prossimi decenni.