A
eseguire l’ispezione è l’agronomo Saverio Brandizzi, incaricato dall’assessorato
all’Ambiente di preparare una mappatura delle piante della zona recintata e
della zona lungo via Portovenere, chiuse dal 22 ottobre per motivi di sicurezza
dopo l’ennesimo e improvviso crollo di un pino secolare, per stabilire quali
dovranno essere abbattute e quali invece potranno essere messe in sicurezza. “Questa
seconda ispezione dall’alto è strettamente necessaria per dare una valutazione
definitiva sulle stato delle piante – dichiara Brandizzi – solo così infatti si
possono osservare la consistenza delle spaccature e dei fori facilmente presenti
in alberi di questa dimensione, all’origine dei crolli improvvisi che si sono
ripetuti in queste due aree della pineta”. L’intenzione è quella di procedere
dando precedenza alle zone più a rischio, quindi prima gli alberi lungo viale
della Pineta e del perimetro esterno per proseguire con le zone interne come le
aree giochi. “Per completare l’analisi, che oltre alla valutazione visiva
prevede l’impiego dello stesso strumento utilizzato nella prima fase, in grado attraverso
una micro perforazione di saggiare la consistenza interna del fusto, servirà
sicuramente tutto il mese”. Quindi, a meno di situazioni ad alto rischio che
richiedano un intervento immediato, solo nel prossimo anno si potrà procedere
alla fase degli abbattimenti e della messa in sicurezza. “Come è noto – precisa
Brandizzi – prima di quest’ultima fase sarà necessario aspettare tutte le autorizzazioni
richieste dai diversi vincoli che gravano sull’area, a partire a quelli imposti
dalla Riserva del Litorale Romano, una procedura che richiederà i suoi tempi e
che dovrà conciliare l’esigenza della sicurezza con quella ambientale, tesa a
salvaguardare il più possibile il patrimonio arboreo della pineta monumentale”.
Sulle prime valutazioni che ha raccolto dalla prima fase del monitoraggio l’agronomo
non si sbilancia, anche se dalle sue parole traspare una forte preoccupazione sulle
condizioni e sulle possibilità di salvezza di molte piante secolari. Una
prospettiva che non può cogliere di sorpresa, ma che anzi già in tanti paventavano,
ad iniziare dai giardinieri locali che più volte avevano prospettato il rischio
“deforestazione” come unica possibilità per garantire la sicurezza della
pineta. Se così dovrà essere, allora non rimane altro che affrontare la
questione una volta per tutte e procedere quanto prima alla piantumazione di
nuovi alberi perché, come insegna Linneo, “Natura non facit saltus”; rinnovare
la pineta richiederà necessariamente molto tempo.