“Allo stato attuale – ha dichiarato Montino – non c’è alcun pericolo per l’incolumità pubblica. Ci stiamo attenendo scrupolosamente alle indicazioni dettate dai Vigili del Fuoco e dagli studiosi dell’Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia e dell’Università Roma Tre. Naturalmente il sito va controllato, monitorato e vigilato affinché nessuno entri all’interno della recinzione. Per quanto riguarda le cause che hanno scatenato il fenomeno –precisa il sindaco – possiamo scartare l’ipotesi che a generare questo soffione siano stati i carotaggi per il sottopasso come qualche esponente dell’opposizione ha strumentalmente provato a sostenere. Oggi, intorno alle 10.00, ho riunito l’assessore ai Lavori Pubblici Caroccia, l’Istituto Nazionale di geofisica e Vulcanologia, l’Università Roma 3, la Polizia di Stato, la Raffineria di Roma, l’Italgas, la Protezione Civile del comune di Fiumicino. L’ipotesi, condivisa anche dagli studiosi presenti, è che la fuoriuscita del gas naturale sia stata facilitata dalla messa a norma, dovuta per legge, di alcune condutture dell’Italgas effettuate proprio all’interno della rotonda di viale Coccia di Morto qualche giorno fa. Operazione che ha richiesto una perforazione effettuata a una profondità abbastanza significativa che, con ogni probabilità, ha contribuito alla manifestazione del fenomeno. Chi ha parlato a sproposito nei giorni scorsi – prosegue Montino – la prossima volta, ci pensi due volte prima di uscire con dichiarazioni del tutto fuori luogo. Anche perché i sondaggi per il sottopasso li stiamo facendo, ma dall’altra parte del Tevere, nei pressi di Villa Guglielmi, a una profondità di 30 metri per vedere cosa c’è sotto. Ovviamente non lasciando nulla di intentato davanti a un’opera strutturale così importante. Per quanto riguarda il soffione, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è, e resterà, al nostro fianco insieme all’Università Roma 3, continuando a monitorare il fenomeno in vista degli interventi appropriati – conclude il sindaco – da attuare una volta conclusa la relazione tecnico-scientifica”. Durante l’incontro è stato anche precisato che non si tratta di biogas come qualche organo di stampa ha erroneamente riportato, bensì di gas di origine profonda, composto fino al 90 per cento da anidride carbonica, una piccola percentuale di metano e di idrogeno solforato. Per la particolare conformazione del sottosuolo nei pressi del delta del Tevere, si tratta di fuoriuscite di gas naturale che si sono già verificate nel 2010 e negli anni precedenti.