Questa azione mira poi a verificare la possibilità di richiedere contributi tra Regione e Provincia e infine di quantificarne i fondi per la sua concreta realizzazione. “Il Comune di Fiumicino è una realtà che raggiungerà nel 2011 gli 80 mila abitanti – fa notare Massimiliano Graux – c’è la necessità di programmare strutture sociali che spesso mancano sui territori, spesso a causa del grande disinteresse da parte di Enti superiori al Comune. Ma certamente sono ampiamente necessari ad una cittadinanza lontana dalla Capitale e quindi spesso e volentieri obbligata, per chi ha figli con problemi di disabilità, a veri slalom tra impegni famigliari e a vere e proprie difficoltà oggettive, semplicemente a terminare la giornata in maniera normale. Ecco la necessità di un Centro Diurno per Disabili. Voglio far notare che la stessa pluralità di termini usati sta ad indicare una certa confusione nella definizione di tale Servizio. Alcuni esempi: CST, centro socio-terapeutico; CSF, Centro socioformativo; CSE, Centro socio-educativo; CSR, Centro socio-riabilitativo; CR, Centro risocializzante; CEOD, Centro Educativo Occupazionale diurno; CD, centro diurno; SSF, Struttura socio-formativa. Quindi una pluralità di termini utilizzati per denominare lo stesso (o analogo) servizio testimonia la varietà di ipotesi progettuali, accomunate dalla necessità di fornire una risposta diurna, ma differenziate da vari fattori quali il contesto di riferimento, le esigenze delle persone, le risorse a disposizione, le prospettive di sviluppo ecc. A Fiumicino non possiamo creare sicuramente un minestrone di servizi come spesso accade in altri Comuni, ma il Centro Diurno per Disabili è sicuramente quel servizio che porterebbe un valido aiuto ai disabili, all’inizio i più gravi e contemporaneamente alle famiglie, le più colpite, che spesso si sentono abbandonate da una società che vive la propria vita di corsa e spesso e volentieri non si gira dietro a se a scoprire chi ha bisogno d’aiuto”.