Il medico di turno, l’infermiera, più la cardiologa del vicino ambulatorio, la dottoressa Eleuteri subito accorsa, hanno fatto un miracolo. Per tanti interminabili minuti lo hanno rianimato finché il cuoricino non ha ripreso a battere. A quel punto lo hanno intubato e consegnato all’eliambulanza che lo ha portato all’ospedale Bambino Gesù dove ora si trova in rianimazione. Bisognerà ora capire se il piccolo per la mancanza di ossigeno ha subito danni. <<Quando ce lo hanno consegnato era praticamente morto>>, racconta una infermiera che ha partecipato alla rianimazione. Un episodio destinato a riaccendere la polemica sul Nucleo di Cure Primarie di Fregene e sul funzionamento del servizio. Nei giorni scorsi il direttore della Asl del distretto di Fiumicino ha comunicato con nota ufficiale che da ottobre nel presidio il personale infermieristico è stato ridotto ad una unità per servizio. Invece di due, infermieri dimezzati accanto al medico di turno. La stessa Asl, contestualmente, ha <<avvisato gli utenti>> con volantini affissi alle pareti, che il Nucleo di Cure Primarie è una <<struttura idonea a fornire prestazioni che non rivestono caratteristiche dell’urgenza e dell’emergenza>> e che pertanto il servizio è rivolto <<a cittadini in condizioni non gravi perchè il presidio non è un pronto soccorso>>. <<Quindi i medici potrebbero ricevere sanzioni per avere salvato la vita al bambino? – si domanda Emma Pascali, presidente del Sindacato Italiano Balneari – visto che era un codice rosso magari bisognava attendere l’arrivo del 118 che tra l’altro era stato già chiamato dalla madre? Mi domando, se l’ambulatorio visite fosse stato chiuso, come avrebbero potuto fare solo un medico e un infermiere a rianimare il bambino, a tenere a bada i parenti e a chiamare l’eliambulanza>>.<<Il ridimensionamento del presidio è nei fatti – commenta Franco Travaglini, presidente della Pro Loco – c’è una chiara volontà di farlo anche se resta l’unico punto di riferimento per tutto gli abitanti del nord del comune di Fiumicino. Che sono disposti a fare le barricate contro i burocrati di quello che dovrebbe essere il servizio sanitario locale>>. <<Sia chiaro, in un Comune alla soglia dei 70 mila abitanti non permetteremo alcun depotenziamento – aggiunge il presidente del consiglio comunale Mauro Gonnelli – e ci batteremo fino a quando la Asl RmD e la Regione non se ne convinceranno>>. (*Produzione riservata di testi e foto)