Nella sostanza: mentre prima le palme colpite dal parassita venivano tagliate nella parte superiore, ma il tronco poteva rimanere, ora la sua presenza non sarà più tollerata perché ulteriore focolaio di infezione. Una operazione colossale che riguarda migliaia di esemplari in tutto il territorio comunale, molti anche della pubblica amministrazione, come quelli a Villa Guglielmi. Per non parlare della azienda agricola Maccarese Spa, che da sola possiede la metà delle palme comunali, molte compromesse come quelle, simbolo di questa colossale devastazione, che si trovano davanti al Castello Rospigliosi. Centinaia gli esemplari che dovranno essere portati in discarica autorizzata anche a Fregene, dove sono tante le ville ancora con uno “stipite nel giardino”. Un costo notevole da mettere in conto, ma senza alternative: per gli inadempienti sono previste multe che possono arrivare ai 3 mila euro ad esemplare, comminate direttamente dalla Polizia locale. Severe anche le modalità con cui bisogna procedere alla eliminazione, le prescrizioni dell’ordinanza riprendono quelle indicate dalla Regione Lazio e, se applicate alla lettera, potrebbero mettere in difficoltà anche i giardinieri più esperti. Durante gli abbattimenti, proprio per evitare che il “Rhynchophorus ferrugineus”, il punteruolo rosso, si propaghi alle altre piante sane, la rimozione deve essere effettuata nelle prime ore del mattino “di giornate fresche, evitando giorni con ventosità eccessiva che può favorire  il volo dei parassiti adulti”. L’area sottostante le piante deve essere coperta con teli di plastica “al fine di impedire la caduta dell’insetto sul terreno nudo e di agevolare la raccolta”. Poi, “i lavori devono essere eseguiti da almeno due operatori, uno in sommità ed uno a terra per la raccolta immediata dei materiali e tutte le parti di pianta tagliate con presenza, anche sospetta, di larve o adulti devono essere imbustate o in alternativa stoccate e confinate in contenitori chiusi”. Larve e bozzoli che potrebbero liberarsi nell’area circostante, “devono essere distrutti con qualsiasi mezzo: raccolta manuale in recipienti chiusi, eliminazione per compressione o con bruciatori a gas”. Ancora, il materiale destinato alla discarica deve essere “trasportato con camion chiuso o telonato e il conferimento del materiale a siti di smaltimento autorizzati deve essere comprovato da certificazione”. “L’ordinanza è giusta, bisogna cercare di salvare il salvabile – commenta Carmine Putino, presidente dell’associazione Giardinieri di Fregene – ora però occorre fare attenzione, senza controlli c’è il rischio che per non spendere soldi molti ricorrano al fai da te, abbandonando poi le palme lungo le strade. Già questo succedeva prima dell’ordinanza, figuriamoci adesso cosa potrebbe accadere”.“Meglio tardi che mai – dice Franco Travaglini, presidente della Pro Loco Fregene – ormai gran parte delle palme del territorio sono compromesse. Però quelle ancora in salute in questo modo potrebbero salvarsi. Ma la Polizia locale, con l’organico che si ritrova, riuscirà a fare multe e controlli?”.