Tra loro studenti, commercianti che hanno subito diverse rapine, cittadini comuni anche loro vittime di furti e infrazioni notturne. Il serpentone si è snodato alle 22 in piazza Grassi. Alle 22.15 due pattuglie della Polizia (sei uomini in tutto) hanno fermato i volontari e alcuni giornalisti in servizio, schedandone diversi. Il colloquio con le forze dell’ordine è durato circa trenta minuti durante i quali i volontari hanno incassato la solidarietà degli agenti, i primi a vivere sulla loro pelle la carenza di uomini e mezzi con i quali operare e garantire la sicurezza. I primi a dover fare turni massacranti, a clonarsi per presidiare con quei pochi strumenti che hanno un territorio vastissimo, il settimo comune per estensione in Italia. In tutto c’erano circa dieci autovetture che hanno percorso le tante strade al buio di Focene, Fiumicino e Isola Sacra. Unica arma contundente un thermos di caffè per rimanere svegli. Le passeggiate della legalità continueranno anche questa notte e non termineranno fino a quando le istituzioni non prenderanno provvedimenti. Le richieste delle associazioni e dei cittadini che hanno aderito sono: Apertura della nuova caserma dei Carabinieri di via della Foce Micina, terminata e mai aperta ; Istituzione di una Tenenza dei Carabinieri a Fiumicino ; Potenziamento degli organici di Polizia, Carabinieri e di tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio ; Un bando per l’assunzione, anche stagionale, di agenti della polizia locale e istituzione di due pattuglie notturne che possano dare respiro alle tartassate forze dell’ordine; Un piano per l’illuminazione pubblica e interventi celeri per riparare gli innumerevoli guasti che ogni sera lasciano al buio decine strade del Comune di Fiumicino. Le passeggiate della legalità termineranno con una fiaccolata per chiedere maggiore sicurezza sul territorio. “La nostra – spiegano le associazioni che hanno aderito all’iniziativa – è soltanto una iniziativa provocatoria, per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla carenza cronica di sicurezza e di mezzi sul nostro territorio. Non vogliamo assolutamente sostituirci alle forze dell’ordine. Tant’è che non avevamo bastoni, caschi o passamontagna. Eravamo a volto scoperto, con thermos di caffè e documenti in tasca. Il nostro è soltanto un tentativo di tenere alta l’attenzione e denunciare un disagio sociale che ha portato a un’escalation di episodi di microcriminalità sul nostro territorio”.