Il Comitato Pendolari Maccarese – Palidoro ribadisce che è assurdo che, per un treno di cui è stato già segnalato il sovraffollamento, sottoposto a partire da giugno ad un ulteriore “dimagrimento” (una carrozza in meno) che ne rende ogni giorno problematico l’utilizzo, non si trovino soluzioni migliori in caso di guasti o altri problemi, ahimè sempre più frequenti”. Per i viaggiatori è stata concessa la fermata straordinaria del treno successivo, in partenza dopo più di mezz’ora, che,  per il sovraffollamento, è arrivato a S. Pietro con venti minuti di ritardo: un totale di cinquanta minuti persi per chi aveva fallito l’assalto alla diligenza a Maccarese. E per i pendolari alle beffe si aggiunge il danno: a Maccarese non solo non è possibile fare reclamo, ma neanche chiedere i moduli per la certificazione del ritardo per i datori di lavoro: questa deve essere fatta online tramite un modulo informatico tra le cui causali di ritardo non è prevista la possibilità di non essere riusciti a salire su un treno troppo affollato.  Pochi hanno potuto perdere ulteriore tempo per andare immediatamente dal capostazione (in persona) delle stazioni di arrivo (là dove c’è un capostazione) che ha telefonato a Maccarese per farsi confermare l’avvenuto…  per la maggior parte, il danno è stato inevitabile. Spiace solo di vedere che il clima di confronto civile portato fin qui avanti dal Comitato pendolari, in sintonia col Comitato di linea della Litoranea Roma Nord, che ha fin qui evitato forme clamorose di protesta, continui a dare questi risultati. (Andrea Ricci, Comitato Pendolari Maccarese – Palidoro aderente al Comitato Pendolari Litoranea Roma Nord).