La nota diramata ieri dalla compagnia di bandiera prosegue: “l’eventuale evoluzione degli organici in termini di efficienza e flessibilità organizzativa derivante dal miglioramento delle performance e dei livelli di produttività saranno affrontati, quando necessario, di concerto con le Organizzazioni Sindacali firmatarie degli Accordi del 2008 e con le modalita’ trasparenti finora sperimentate “.Ma sulla vicenda è intervenuto il Partito democratico, facendo appello al governo. Il deputato e capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, ha chiesto all’esecutivo di fare con urgenza  chiarezza  in Parlamento sull’argomento. ” Se la memoria non ci tradisce ricordiamo che il governo è garante della privatizzazione di Alitalia e ci sembra alquanto insolito che a tre giorni dalle prime indiscrezioni pubblicate dalla stampa nessun ministro abbia sentito la necessità di alzare il telefono e convocare i vertici della Cai per avere perlomeno conoscenza delle strategie di sviluppo dell’azienda”, dice il deputato. “Al di là delle dichiarazioni più o meno rassicuranti sentiamo l’esigenza di sapere dal governo perché mai – continua Meta – l’unica strategia individuata dal management della nuova Alitalia sarebbe quella di un’ulteriore restrizione del perimetro aziendale, con la cessione di asset relativi a manutenzione e logistica, invece che un rilancio industriale. Crediamo che sia responsabilità del governo chiarire questi aspetti perché non si può far finta di nulla dopo aver messo in campo questa operazione in deroga alle normative Antitrust e servendo la polpa dell’ex compagnia di bandiera a un manipolo di imprenditori scaricando i debiti sui contribuenti. Se qualcuno pensa di far pesare ancora sulla collettività l’ex compagnia di bandiera, attraverso sacrifici da far pagare ai lavoratori, sappia che troverà una ferma e coerente opposizione da parte del Pd”.