“Ma come – hanno detto in tanti – noi abbiamo avuto problemi per tende, verandine, tettoie, contestate e qui a questo signore si permette di fare tutto, spostare ulivi secolari, tagliare pini sani ai margini della strada”. E forse addirittura fuori dai confini del terreno che ha ricevuto la concessione edilizia, visto che dalle planimetrie quell’area sembra adibita a parcheggio a raso. Ma il punto non è nemmeno questo, il disagio, il fastidio nasce dal fatto che allo stato attuale il patrimonio ambientale non sembra avere più un valore riconosciuto, vale esclusivamente l’interesse dell’impresa e la speculazione non conosce freni. C’è una previsione edificatoria, anche se generica del PRG, su un‘area? Nessun problema, sono le piante che si trovano lì che devono sparire, nessuna tutela nemmeno per gli alberi di pregio. Brutti tempi, davvero deprimenti.