Il Sindaco di Roma Capitale, lo scorso 24 novembre, in occasione dell’assemblea dell’Acer, l’Associazione dei costruttori edili di Roma e Provincia, aveva sferrato un duro attacco allo stop dei lavori affermando tra l’altro: “Abbiamo fatto i salti mortali per realizzare il nuovo Ponte della Scafa, ora siamo fermi da diversi mesi perché è stata trovata una nave romana. Stanno là a contemplarsela da mesi, per fare cosa?” È di oggi la risposta della Soprintendenza: “È bene riepilogare la vicenda alla quale si fa riferimento. Nel corso delle indagini di archeologia preventiva in corso sulle aree interessate dal cantiere per il Nuovo Ponte della Scafa, Isola Sacra, è affiorato un rinvenimento eccezionale, tanto da attirare l’attenzione del Ministro per i Beni e le Attività Culturali che, recandosi in visita lo scorso 28 aprile, affermava: “si tratta di un ritrovamento da brivido e di un grande risultato dell’archeologia preventiva”. Con i suoi dodici metri di fiancata e i resti ben conservati dei cordami la nave ha fornito dati nuovi e certi sulla posizione della linea di costa duemila anni fa. Gli archeologi, sotto la responsabilità scientifica della dottoressa Paola Germoni, hanno proseguito il lavoro, nelle difficili condizioni immaginabili a quattro metri di profondità in un ambiente umido e fangoso, rintracciando una seconda imbarcazione ancora più grande. Centri di ricerca specializzati (ARC Nuclart di Grenoble e il Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS, Francia)) ed esperti di diverse discipline – dalla documentazione fotogrammetrica al rilievo grafico, dalla conservazione del legno bagnato all’archeologia navale e subacquea, nonché ingegneri ed architetti e geologi – hanno operato in simultanea al fine di garantire tempi rapidi e soluzioni operative idonee alla tutela dell’importante manufatto. I lavori -adesso sospesi per la messa a punto di spazi funzionali agli interventi di restauro- sono andati avanti grazie a finanziamenti di Roma Capitale e della Soprintendenza Archeologica di Roma e Ostia (300mila euro). I risultati raggiunti, tempestivamente resi noti per condividerne l’importanza con la comunità scientifica e civile, confermano la capacità degli archeologi di Roma di operare alacremente e affiancano i ragguardevoli esiti dei progetti esecutivi di archeologia preventiva per la linea C della Metropolitana, ove – è bene ricordarlo – sono state rispettate tutte le scadenze concordate dalla Soprintendenza con società appaltante e contraente generale. Risultati che da soli smentiscono l’attitudine contemplativa recentemente attribuita agli archeologi. Che attendono, invece, con impazienza l’arrivo dei fondi di Roma Capitale necessari per completare le verifiche di archeologia preventiva in altre tre aree del cantiere per il Nuovo Ponte sulla Scafa, come risulta dagli atti del Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e presso l’Assessorato alle Politiche dei Lavori pubblici di Roma Capitale. Al fine di stabilire un più costruttivo dialogo, la Soprintendenza archeologica di Roma e Ostia si augura che il Sindaco Alemanno, alla ripresa dei lavori, venga in visita al cantiere, in un‘ottica di future proficue intese”.