“Dopo numerosi tentativi conciliativi ci vedemmo costretti, unico sindacato, a ricorrere al Tribunale Amministrativo in difesa dei diritti delle lavoratrici precarie del Comune di Fiumicino, che a detta del Comune avrebbero dovuto produrre delle certificazioni mediche costosissime e non dovute – dice il sindacato – Sulla base di questa illegittima pretesa da parte dell’amministrazione, come sancito dal Tar del Lazio (Sezione Seconda Bis) con la sentenza n.02348/2013, le lavoratrici era state private del loro diritto agli incarichi a tempo determinato, di fatto sottraendo loro il posto di lavoro. Secondo il TAR, non solo l’imposizione da parte del Comune era immotivata, ma si è prefigurato “un vizio di violazione di legge con riferimento all’art.3 legge 241/1990”, nonché il “vizio di eccesso potere per contraddittorietà e contrasto con il bando pubblico e violazione del principio di buona fede”.
Solo in questo modo l’Amministrazione è stata indotta a rivedere la sua anacronistica e discriminatoria posizione di rifiuto che nel tempo era stata avvallata anche dalle altre sigle sindacali, incredibilmente sorde di fronte a una così palese ingiustizia. La tenacia delle lavoratrici e la forte volontà della Segreteria Provinciale di Roma dell’Ugl delle Autonomie con il validissimo supporto dell’Avvocato Raffaella Dalena e dell’Avvocato Nicolò Zito hanno portato a positiva conclusione una vicenda che si trascinava ormai da troppo tempo. UGL sempre dalla parte dei lavoratori. Fatti concreti e non parole!”