È difficile realizzare un buon libro con una trama apparentemente banale che narra vicende ordinarie legate alla quotidianità. Eppure è qui che si vede la stoffa della scrittrice nel mantenere un buon livello di narrazione. Il libro racconta la storia di Chiara, trent’anni, un marito, una figlia, un cane, all’inizio dell’estate, a Fregene. Dovrebbe essere una vacanza tranquilla, tra la quiete delle ville ombreggiate dai pini e il dedalo di stradine da percorrere in bicicletta, e invece, come spesso accade nella vita, un colpo di scena mette in discussione la vita di Chiara e tutte le sue certezze. È così che Chiara indaga nel passato della sua famiglia, rischiando di sprofondare nel baratro finale. Non racconterò la trama per non togliere la curiosità nella lettura. È un libro delizioso al quale il Premio Fregene darà il riconoscimento speciale “Narrativa per Fregene”. Spero che questo segno di stima sarà di buon augurio ad Alessandra Fiori col suo libro d’esordio, e a Fregene che è lo sfondo del racconto. Sabato 3 luglio alle 21.30 si svolgerà la 32° edizione, presso l’Arena Fellini. Che c’è di nuovo nel Premio? Ecco alcune anticipazioni. È stata rinfrescata la Giuria inserendo Marcello Ciccaglioni, presidente dei librai romani e inventore del miracolo indipendente delle librerie Arion di Roma. E tre esponenti della cultura di Fregene come Fabrizio Monaco, Francesca Alliata Bronner, giornalista di La Repubblica e Marco Antonellis, responsabile della Comunicazione di Adnkronos una delle maggiori agenzie di notizie in Italia. Il mio obiettivo per il prossimo anno sarà quello di mantenere i giurati storici e inserire intellettuali, scrittori, giornalisti che amano Fregene e sono in qualche modo legati alla località, perché il Premio sia sempre più radicato nel Territorio. Ultima notizia: consegneremo il premio per la saggistica ad Andrea Carandini per “Re Tarquinio e il divino bastardo” Rizzoli. Carandini è un personaggio straordinario. E la sua storia legata profondamente a quella del Territorio:  figlio dell’ambasciatore e ministro della Repubblica, Nicolò Carandini, è nipote di Luigi Albertini fondatore del Corriere della Sera che bonificò il latifondo di Torre in Pietra trasformandola in un’azienda agricola all’avanguardia. Siamo riconoscenti alla famiglia Carandini-Albertini per non aver provocato, come altrove è accaduto, quella radicale trasformazione che ha portato tante campagne dell’ agro romano a diventare centri abitativi di gusto più o meno dubbio, e di più o meno forte impatto ambientale. Se ciò non si è verificato è stato perché la proprietà familiare l’ ha preservata nel suo insieme. Tornando al Prof. Andrea Carandini c’è da ricordare che nel 2009 è stato nominato dall’attuale governo Presidente del Consiglio, Superiore dei Beni Culturali e che negli ultimi anni si è dedicato soprattutto alle origini del Lazio e di Roma. Nel libro “Re Tarquinio” che verrà premiato il 3 luglio, Carandini ripercorre le tappe dell’ascesa del primo tiranno di Roma, svelando l’enigma di questo riformatore e anticipatore della Repubblica. Palcoscenico delle vicende è il più affascinante del mondo: l’antica Roma. Con abile fusione di storiche certezze e di leggende popolari, si avvicendano personaggi tipici delle tragedie shakespeariane. (Marina Pallotta)