Imponente lo spiegamento delle forze dell’ordine, 60 gli agenti tra carabinieri, vigili urbani e polizia, con moto, pattuglie e blindati; al raduno delle 9.00 davanti alla Polisportiva sono più numerosi dei manifestanti. “Ci aspettavamo duemila persone – confida un agente – per questo siamo così tanti”. Alle 10.30 il corteo parte con 200 persone, striscioni, magliette, bandierine, trombette e tanti bambini, insieme ai loro genitori. Su un camion aperto il presidente del Comitato, Massimo Piras sotto un cappello di paglia con un megafono arringa la folla: “Polverini, Canapini, non avvelenate i nostri bambini”, è lo slogan più tenero. Striscioni anche contro Alemanno, uno sopra un gigantesco trattore verde. Manca la mucca, come sull’Aurelia, ma c’è gente che viene da Bracciano, Valcanneto e Ladispoli, anche se i più numeroso sono di Torrimpietra, Palidoro, Passoscuro, Tragliata, Aranova. Lungo il viale principale, viale Castellammare, il corteo si ingrossa, ma sono poche le persone di Fregene, più sorprese da quel baccano che solidali. “Fregene svegliati, i miasmi arriveranno anche qui”, tuona Piras dal megafono. Una signora in bicicletta si ferma e chiede ad un carabiniere: “ma non avevamo già votato contro il nucleare?”. Quando alle 12.30 la folla arriva su viale della Pineta, ad incrociare le auto dirette al mare, ci sono poco meno di 600 persone. Grazie agli agenti che deviano il traffico sulle strade laterali il blocco non c’è. I manifestanti arrivano sul lungomare e poi ritornano indietro. Problemi solo agli autobus del Cotral e del trasporto locale che viaggiano con due ore di ritardo. Il sindaco Mario Canapini in un comunicato ricorda che sulla vicenda l’ultima parola la dirà il consiglio comunale “sentiti i cittadini e dopo aver ricevuto dalla Regione una formale proposta con allegato il progetto dell’impianto”. Ma intanto il comitato pensa alla protesta di sabato prossimo, forse sarà proprio Fiumicino, con arrivo alla sede comunale: “Canapini, stiamo arrivando”, urla a squarciagola Piras.