A lanciare l’appello questa volta è la Maccarese Spa: “Nei nostri terreni abbiamo circa 1200 palme – spiega l’ad dell’azienda agricola Silvio Salera – piante che cerchiamo di proteggere dall’aggressione del parassita sottoponendole a periodici trattamenti. Eppure, nonostante i nostri sforzi, continuano a verificarsi  casi di infezione. Il perché è semplice: se tutti non sono disposti a fare la loro parte per proteggere le palme, prima o poi l’infezione colpirà le piante confinanti e la strage di esemplari non avrà fine”. Uno sforzo che andrebbe sicuramente fatto visto che, come è stato detto più volte dai tecnici che praticano questi interventi, i trattamenti di protezione sono molto meno costosi rispetto ai costi di abbattimento e smaltimento delle palme essiccate. A meno che, cosa che purtroppo si sta verificando, invece di seguire le  procedure corrette non ci si affidi a persone senza scrupoli pronte ad abbattere le piante con poca spesa e in tutta fretta. In questo caso la procedura seguita è molto sbrigativa; si seziona la palma in piccoli pezzi e la si getta nei cassonetti o in mezzo alla campagna, ma così facendo il risultato è uno solo: i parassiti contenuti nell pianta sono liberi di disperdersi e di diffondere ulteriormente l’infezione. A questo punto c’è da chiedersi,vale la pena rendersi complici di un grave danno ambientale per risparmiare una cifra minima rispetto ai costi dei trattamenti preventivi?