E la ragazza si rivolge indirettamente anche al giudice che ha preso la decisione, richiesta dallo stesso pm: «Gli chiederei che cosa faceva se l’avessero fatto a sua figlia». Uno sdegno al quale si sono uniti i genitori della vittima: «È una vergogna, tutti sono sconcertati di questo fatto perchè non è possibile – ha aggiunto la madre – Dicono che c’è giustizia ma dov’è la giustizia, mia figlia è distruttissima dopo tutto quello che ha subito anche questa umiliazione, non è possibile un fatto del genere». Alla donna ha fatto eco il marito: «È uno schifo, ma vedi cosa sta succedendo in questi giorni a Roma e tu lo cacci subito fuori – ha sottolineato l’uomo – Lui tutte le sere quando va a dormire deve pensare "domani che cosa mi può succedere?", tutte le sere per tutta la vita. Si può sposare, avere dei figli, tanto io lo aspetto, non c’è problema». Più «moderato» nella sua reazione lo zio della venticinquenne. L’uomo ha riferito dello stato emotivo della nipote: «Sono andato a riprenderla all’ospedale, abbiamo parlato nel viaggio fino a casa e lei piangeva. Per tutto il viaggio è stata sempre male, ma ora più passano i giorni e più sta male», ha detto ai microfoni del Tg1.Poi ha precisato che cosa si aspetta dalla legge: «Non vogliamo vendetta ma giustizia», ha affermato.  Una precisazione che fa eco alle dichiarazioni dell’avvocato della famiglia di Genzano. «Mi hanno dipinto come una ragazza che cerca vendetta anziché giustizia – ha riferito la vittima a Fabrizio Federici, che l’ha ricevuta nel pomeriggio di ieri nel suo studio dopo l’«assalto» dei media che «hanno assediato la casa» e «l’hanno tratta in inganno dichiarando che la chiacchierata sarebbe avvenuta a telecamere spente mentre la ragazza è poi finita in televisione». Ora «è ancora più scossa di prima», commenta il suo legale, «e non rilascerà più dichiarazioni-blitz». Adesso, ha continuato il penalista, «la mia cliente ha diritto ad un equo risarcimento per la violenza che ha subito e per l’impossibilità di tornare a lavorare al bar di Genzano». Il legale ha infine sottolineato alcuni dettagli delle indagini: «Lo stupratore ha confessato in quanto da lì a poco sarebbe stato smascherato dall’esito dell’accertamento del dna – ha spiegato – Infatti la confessione spontanea che ha contribuito a ridurre al minimo le conseguenze cautelari è avvenuta mentre l’esame era in corso».Intanto, la procura di Roma sta valutando se chiedere il giudizio immediato per Davide Franceschini, il ventiduenne che ha violentato la giovane di Genzano. Il pm Vincenzo Barba farà oggi il punto della situazione con il procuratore capo Giovanni Ferrara. Ma alla luce della confessione di Franceschini, l’ipotesi processuale appare concreta, anche se sarà comunque subordinata alla conclusione degli accertamenti tecnici. Tra questi il prelievo di eventuali tracce biologiche dalla biancheria intima della ragazza e il loro confronto con quelle che si dovessero trovare sulla felpa di Franceschini. (Maurizio Gallo IlTempo.it, Ha collaborato Chiara Rai)