“Questa amministrazione, e oggi è proprio il caso di dirlo, continua a fare acqua da tutte le parti. Di fronte all’ennesimo papocchio invece di assumersi la benché minima responsabilità figlia di un’acclarata incapacità amministrativa, Montino ha pensato bene di trovare il capro espiatorio in un dirigente, un dipendente comunale, come se lui non fosse il sindaco, il primo responsabile di questa città.

Ammettere che lo sgombero delle scuole sia avvenuto a sua insaputa e all’insaputa dell’assessore alla scuola Calicchio deve far riflettere. Con un delegato alla sicurezza (Megna), uno alla protezione civile (Diorio), un assessore alle scuole e un sindaco oggi l’unico a pagare dazio è un dipendente pubblico. Montino invece di prendersela con se stesso e con i responsabili politici da lui nominati, ha preferito scaricare tutta la responsabilità su un dipendente comunale. Se la dirigente ha agito da sola e da sola ha preso una decisione così delicata, sgomberare le scuole, significa che dietro aveva il vuoto politico. Che la cabina di coordinamento, che doveva essere istituita in questi casi, era assolutamente assente.

È da stamattina che faccio su e giù per tutto il territorio e non ho trovato una, una sola macchina della protezione civile se non nei soliti spot mediatici che sono ormai l’unica arma amministrativa rimasta nelle mani del sindaco per tappare le falle. Oggi è mancata chiaramente una cabina di regia che potesse gestire una situazione straordinaria. Si è improvvisato, come da otto mesi a questa parte.

Passo della Sentinella, Focene, l’intera Isola Sacra, tutto il Comune è stato lasciato in balìa di se stesso. Se si vuole essere onesti, prima ancora di dare in pasto alle critiche un dipendente, con altrettanta celerità Montino rimuovere se stesso e cacciare via i suoi delegati fantasma. Dovrebbe fare mea culpa per i continui cambi di ruolo e di incarichi dei propri dipendenti pubblici che hanno creato caos e disorientamento.

Per una volta sia serio, non trovi scuse e si assuma le proprie responsabilità. Fare il sindaco di un comune significa soprattutto metterci la faccia nei momenti difficili. Montino forse non l’ha ancora capito: qui non stiamo al Parlamento o alla Regione, dove si vive completamente distaccati dai comuni mortali. Per essere un buon amministratore, il paese bisogna viverlo, conoscerne i pregi e le criticità. Tutto il contrario di ciò che fa lui”.