“La Commissione Tecnica VIA/VAS del Ministero dell’Ambiente ha appena bocciato quarta pista e raddoppio dell’Aeroporto di Fiumicino, così come da progetto denominato “Master Plan 2030” e presentato il 31 marzo 2017.

Le motivazioni di questa totale e inequivocabile bocciatura senza appello sono state articolate lungo ben 42 pagine ed espongono analiticamente le considerazioni tecniche che stanno alla base della conclusione negativa, che si tratta di un’opera inutile e dannosa per il territorio e la salute della collettività.

Questo sonora batosta non è stata evidentemente ben digerita dall’Amministratore delegato della Società Aeroporti di Roma, Ing. De Carolis, tant’è che in una intervista a un importante quotidiano economico ha dichiarato qualche giorno fa che “proprio nella VIA che ha fermato il precedente piano sono contenute le indicazioni che al tempo stesso legittimano la necessità di espansione dello scalo e indicano la strada da intraprendere”.

A cosa si riferisce l’Amministratore delegato quando parla di “precedente piano”. Si riferisce a quello bocciato oppure ad uno che ha già pronto nel cassetto, da concordare con ENAC?

Dopo le argomentazioni contenute nel Parere che ha bocciato il Masterplan AdR/ENAC, è bene rimettere nel cassetto il sogno di costruire la quarta pista al di fuori dall’attuale sedime (visto che impatterebbe comunque per oltre 200 ettari sui terreni della Riserva), come ha invece affermato l’ing. De Carolis di voler fare, dicendo che sarà collocata “a Nord nella posizione già prevista”. Gli ha risposto con forza il Ministro Costa sottolineando che “la Commissione VIA è stata chiarissima e quella decisione non può essere ignorata. Ora si parla di quarta pista e noi non siamo contrari a prescindere. L’importante è che essa non impatti con la Riserva e non ci siano conseguenze ambientali”.

Una posizione netta di cui dovrà tener conto anche l’intera dirigenza dell’ENAC che essendo un braccio operativo del Ministero delle Infrastrutture è un ente statale che non potrà che attenersi alle motivazioni contenute nella relazione della Commissione Tecnica VIA/VAS.

Anche rispetto al progetto dell’Hubtown, il business center di cui si parla nell’intervista, che dovrebbe essere costruito all’interno dell’attuale sedime, ora che l’espansione a nord non è più possibile, deve essere rivisto radicalmente nell’ottica di utilizzare in maniera efficiente le aree ancora disponibili e riconvertibili per le infrastrutture di volo. Non si capisce davvero perché alberghi, centri congressi e quant’altro, che nulla hanno a che fare con le attività aviation, debbano andare ad occupare aree utili per le infrastrutture aeroportuali.

Il gestore aeroportuale che già oggi trae il 40% dei suoi ricavi dalle attività cosiddette non aviation dovrebbe tornare a concentrarsi sulle attività oggetto della concessione di cui è titolare, mentre gli enti di controllo preposti dovrebbero assicurare che questo effettivamente si verifichi. 

Comitato FuoriPISTA