Scrivo anch’io in proposito, per precisare tre punti di grande importanza:
-abito a Fregene e confermo che la quantità di sabbia è tale da obbligare al cambio dei filtri rompigetto ogni due o tre gg.;
-la sabbia è di natura silicea e come tale inattaccabile da acidi o disincrostanti tipo Viakal e simili; non può provenire da depositi o incrostazioni domestiche, come sostenuto – per ignoranza o in malafede – da qualche persona ACEA in risposta alle rimostranze di utenti. A Roma  infatti depositi e incrostazioni sono di natura calcarea;
-ad un esame attento la sabbia ricorda quella usata per i filtri nei grandi potabilizzatori.
-l’estensione del dannoso fenomeno è enorme: a Fregene, dove io abito, la presenza di sabbia è diffusa ovunque; a Roma conosco amici e conoscenti abitanti, oltre che sulla V. Cassia, a C.so Vittorio Em. (zona Chiesa Nuova), in V.Ticino, verso M.te Mario, che sono afflitti in misura grave dal fenomeno che è dannoso per i depositi negli impianti privati (impianto idrico, caldaie, filtri ecc.), nonché potenzialmente inquinante dal punto di vista igienico.
-È notevole che le zone urbane succitate ricadono tutte nell’area servita dalla derivazione ACEA dal Lago di Bracciano, ciò che pone detta derivazione e relativi impianti tra le possibili origini del grave fenomeno che va avanti da mesi.
-ACEA è assente, quasicché un danno così grave ed esteso all’acqua potabile che essa produce e distribuisce non imponga indagini serie e seria, tempestiva informativa agli utenti.
Io credo che un approfondimento giornalistico sarebbe opportuno e verisimilmente efficace”.

Ing. Leonardo Rotundi