“É indispensabile, come previsto dal governo Monti del 2013, dare attuazione al raddoppio dello scalo di Fiumicino”.  È quanto ha ribadito il presidente dell’Enac, Vito Riggio, presentando il bilancio della stagione estiva 2015 del trasporto aereo in Italia. “Al 2021, con la conclusione della prima fase di investimenti prevista nel contratto di programma di Aeroporti di Roma, Fiumicino avrà una capacità per 55 milioni di passeggeri all’anno – sottolinea Riggio – Bisognerà vedere come realizzare un nuovo grande aeroporto intercontinentale, mi aspetto che il governo confermi questa scelta. Il riferimento è al piano di espansione del cosiddetto scalo di Fiumicino Nord (situabile nell’area ex Iri di Maccarese), previsto dalla fase 2 del piano di Adr e recepito, con la stipula del contratto di programma, dal Dpcm dell’allora premier Mario Monti”. Queste parole non sono passate inosservate e subito è intervenuto il Sindaco di Fiumicino Esterino Montino. “Altro che indispensabile, è impensabile il raddoppio a nord dell’aeroporto di Fiumicino”, replica il primo cittadino. “E il ritornello del Presidente dell’Enac Vito Riggio, che suona a intervalli regolari, è davvero sfiancante – tuona Montino –  Intanto perché il gestore pubblico dovrebbe sottolineare la necessità di una riorganizzazione di Fiumicino. Nella logistica, nella viabilità, con interventi infrastrutturali sul sedime esistente, con nuovi finger e moli. L’aeroporto va ammodernato attraverso una ristrutturazione profonda. E nel conteggio del costo degli investimenti dopo il decreto Monti non possono esserci anche i costi della manutenzione ordinaria e straordinaria. Quelli costituiscono un obbligo contrattuale. L’Enac dovrebbe pretendere con i nuovi investimenti un profondo e radicale miglioramento su quello che già esiste e che comincia pericolosamente a subire il peso degli anni. Non è un caso che Londra Heatrow, che ha 80 milioni di passeggeri all’anno, contando solo due piste, sviluppi il doppio dei passeggeri di Fiumicino. Parlo di un obiettivo realizzabile, sempre che ci sia la volontà di farlo. Questo territorio  già vive quotidianamente sulla propria testa aerei che sfiorano le case di Fregene o le abitazioni di Focene, Fiumicino e Isola Sacra. E non può accettare di essere terra di conquista a scapito della salute, dell’ambiente, dell’agricoltura e dei residenti. Si continua a parlare di un’opera faraonica, di una colata di cemento chiamata raddoppio, per non incorrere nell’Antitrust, ma la realtà è che si vuole realizzare un secondo aeroporto attaccato al primo. E senza passare per una gara europea, così come previsto dalle normative. Per non parlare della partita legata agli espropri. I Benetton hanno acquistato dall’Iri per 91 miliardi di lire nel 1998 circa 3500 ettari di terreno a Fiumicino nord. Proprio dove si vorrebbe costruire il secondo aeroporto, su una parte di quelle terre, si vogliono espropriare 1000 ettari di proprietà di chi ha la concessione aeroportuale.  Parliamo di un valore stimato intorno ai 250mila euro ad ettaro. Con l’esproprio di meno di un terzo dei terreni comprati per circa 47 milioni di euro se ne ricaverebbero circa 250 milioni. Un vero affare, una plusvalenza enorme.  Riggio continua poi a parlare di boom di passeggeri, ma siamo molto lontani dai 100 milioni, anche perché, secondo gli stessi dati dell’Enac i 39 aeroporti italiani, compresi Ciampino e Fiumicino, nel 2014 hanno sviluppato meno di 150 milioni di passeggeri. È come se l’idea di Riggio fosse quella di chiudere una buona parte degli aeroporti italiani e dirottare i due terzi dei passeggeri che transitano in Italia tutti su Fiumicino. Da parte mia resto convinto che sia necessario un secondo aeroporto in questa Regione, soprattutto dedicato ai voli low cost. Allora la nostra scelta ricadde su Viterbo e resto convinto fosse una buona scelta. Ma non avendo alcuna preferenza o preclusione, credo che la Regione oggi e il Ministero possano programmare un secondo scalo in qualsiasi altra provincia del Lazio”.