“Sei un contadino da sempre, chi te lo fa fare a prendere un bar?”. Quando si venne a saper che Piero Ravarotto aveva deciso di rilevare il locale di viale Castellammare furono tanti a sconsigliarlo. Era il 1984 e Piero, in effetti, sulla terra di famiglia in viale di Porto contadino fino a quel momento lo era stato e anche molto bravo e orgoglioso di esserlo. Ma fu proprio l’aver vissuto quella vita di fatica e sacrifici a spingerlo, guardando i figli Luca e Stefano crescere, a cercare per loro una possibile alternativa. Convinto della scelta aveva però al suo fianco la persona più importante, la moglie Maria Piscitelli, originaria di Grosseto dove la sua famiglia aveva ai tempi, e possiede ancora, diversi locali rinomanti di gelateria e pasticceria. E dove lei era cresciuta con una passione innata per i segreti di quel mestiere. Infine, il destino volle che Luca, all’epoca 17enne, avesse lavorato l’anno precedente proprio in quel bar di Fregene. La decisione è ormai presa, così, il 2 ottobre 1984 apre ufficialmente il Bar Ravarotto, ma si dovette aspettare ancora qualche mese prima dell’arrivo di quel prodotto artigianale che gli ha regalato così tante soddisfazioni, il celebre gelato. “Il perchè di tanto successo – spiega Stefano – è nella formula base che mia madre mise a punto insieme a un suo nipote dopo anni di studi e tentativi e di cui voleva sentirsi certa prima di proporla al pubblico, nonostante avessimo già aperto. Da allora in poi, e solo con il passaparola, prima da Maccarese poi a macchia d’olio da tutta Fiumicino ma anche da molto oltre, Roma compresa, inziò a venire sempre più gente per il nostro gelato. Si lavorava tutti e quattro a tempo pieno e senza orari, con tanta fatica ma anche con tanta soddisfazione. Per nostra madre il suo gelato è come il terzo figlio e il suo segreto è rimasto custodito gelosamente”. Nel 2012, dopo tanti anni di lavoro, il desiderio di Piero e Maria di tirare un po’ il fiato e quella di Luca e Stefano di affrontare nuove sfide, li convinse la a cedere il bar, ma quella che doveva essere una serena e onorevole uscita di scena per la famiglia Ravarotto divenne presto un incubo, tanto da costringerli a rivedere tutti i loro programmi e a riprendersi il locale dopo un solo anno. “È stata un’esperienza durissima per tutti – racconta Stefano – ritrovare il locale in pessime condizioni e ormai svuotato dalla sua clientela abituale è stato un vero shock. Soprattutto per mio padre, motivo di grande amarezza, al punto da pagarne le conseguenze anche sul piano personale. Nonostante tutto, però, insieme abbiamo ritrovato l’umiltà e la forza di ripartire quasi da zero. A questo proposito, a nome di tutta la famiglia voglio ringraziare tutti quelli che ci hanno dato la possibilità di rimetterci in gioco, gli amici bikers, gli artigiani locali, i professionisti, i fornitori, senza il loro aiuto adesso non saremmo ancora qui di nuovo, orgogliosi e determinati a riportare il nostro bar al livello della sua storia”. E da dove ripartire se non dal gelato? Così infatti è stato e, come trent’anni prima, la storia si è ripetuta. “Ancora una volta è stata la scelta vincente – afferma Stefano – nonostante i tanti cambiamenti, la maggiore concorrenza e il periodo difficile per tutti, grazie sempre al passaparola,i risultati di questa’ultima estate sono stati confortanti”. E ora che Maria sta tramandando i suoi segreti a Monica, la moglie di Stefano, il bar è di nuovo pronto a riprendersi il posto che merita. Il gelato dei Ravarotto è tornato.