Si tratta della sottozona B1a che regolamenta le “zone di mantenimento e conservazione del patrimonio edilizio esistente appartenente a nuclei isolati di impianto storico”. Le modifiche, dopo il passaggio in consiglio comunale, consentiranno ai titolari degli edifici che si trovano in questa fascia di destinazione urbanistica di recuperarli e valorizzarli nel pieno rispetto del contesto storico in cui sono inseriti. Per esempio i centri e i casali della “bonifica” alienati dall’ente di gestione dell’ex Sogea e attualmente destinati ad usi prevalentemente residenziali, l’edificio Falconieri e gli edifici zootecnici dismessi dall’azienda agricola Lauteri. Tutti, prima della variante, dovevano ricorrere alla redazione di singoli piani di recupero, non prevedevano aumento della superficie lorda pavimentata e soprattutto la impossibilità di riconvertirle in  attività agrituristiche. “Riteniamo di difficile attuazione – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Mario Russo – la norma così come è impostata e abbiamo quindi studiato questa proposta al fine di semplificare le procedure, per consentire un recupero edilizio dei casali, capannoni e silos che fanno parte del patrimonio storico e architettonico della nostra città. Non consentiremo nessun aumento di volume, ma permetteremo una migliore ridistribuzione della superficie pavimentata lorda all’interno dell’edificio stesso, inserendo la possibilità di svolgere attività agrituristiche che a nostro parere sono molto più appropriate nel contesto in cui si trovano la maggioranza dei casali, come per esempio Maccarese, e soprattutto ci assumeremo l’onere di redigere un unico piano di recupero, esonerando i singoli cittadini da questo compito, al fine di elaborare un progetto che abbia una visione più ampia sia nel rispetto della storia dei comprensori di che trattasi, sia per il recupero di aree degradate che invece possono trasformarsi in vere risorse per l’economia e l’occupazione della nostra gente”.