Gentile direttore, sabato scorso sotto l’ombrellone mi stavo chiedendo e anche altre persone accanto a me, fino a quale limite un cittadino può tollerare i continui disturbi al suo relax diurno o riposo notturno e sopportare ogni giorno, chiudendo uno o due occhi, l’immondizia gettata per strada o nella macchia/pineta/riserva? Ogni anno purtroppo ci dobbiamo lamentare anche se ci piacerebbe goderci  in pace qualche giorno di vacanza in spiaggia, dopo aver pagato ciò che si deve allo Stato ed enti locali che non è poco. Credo sia lecito rivolgere questa domanda anche alle Istituzioni, se hanno loro una risposta/soluzione, spero senza essere tacciati di spirito di provocazione o peggio di avere una bassa soglia di tolleranza agli stress ambientali. È per caso possibile calmierare l’invasione, dei comunemente chiamati con affetto, “vucumprà” sul nostro litorale e sui nostri treni/bus Cotral da/per Roma, con merci al seguito? È possibile avere, non già la riduzione delle tasse, non mi permetterei mai, e non oso nemmeno più pretendere che tutti paghino la Tari, (ma siccome la speranza è l’ultima a morire mi permetto di suggerire di seguire  l’avveniristico “progetto pilota” dell’ex governo Renzi: utenza Enel=Canone Rai, utenza Enel=Tari… semplice no?) ma avere almeno un riposo notturno decente? Sonno non disturbato o interrotto bruscamente da latrati laceranti di animali, abbandonati in giardino, urla, sassaiole per strada, sgommate e clacson, marmitte truccate, risse, gente che si palleggia i mastelli, il tutto sia prima che oltre la mezzanotte, dalle due di notte a notte fonda. Almeno potrà esserci un diritto a rilassarci in spiaggia senza dover ogni due secondi, questo è il ritmo durante i  weekend, rispondere “no grazie” ad un ambulante che tenta di venderti qualcosa? È vero che i problemi sono tanti nelle società complesse e che il cittadino si è abituato oramai a quasi tutto e sopporta tutto, ma a volte i livelli di soglia della tolleranza che ci vengono richiesti continuamente in ogni ambito si impennano e lasciano immaginare (e gli studi sull’aumento dell’ aggressività in genere lo dimostrano) che la capacità di contenimento degli stressors si stia avvicinando pericolosamente ad un punto di “rottura”. Dove sarà situato? Speriamo non lo debbano scoprire anche i super-tolleranti e le istituzioni.

Silvana Lovera