Le cui dimensioni e caratterizzazioni diventano sempre più preoccupanti in considerazione del contesto congiunturale che sta attraversando il nostro sistema sociale. Il rapporto affronta il tema della povertà e dell’esclusione sociale, sia in senso assoluto, sia nel territorio del Lazio, sia nel territorio diocesano. La problematica è trattata, come al solito, partendo dall’esperienza concreta dei Centri di ascolto che costantemente offrono, nelle diverse parrocchie in cui sono istituiti, il primo punto di accoglienza nei confronti di chi manifesta richiesta di aiuto, mediante l’impegno attento e costante degli operatori. Ed è proprio attraverso l’analisi dei bisogni rappresentati che si descrive un campione di “poveri” da cui risulta una crescita inarrestabile che in un solo anno, nell’area del centro Italia è cresciuta, relativamente alla “povertà relativa”, dal 7,6 all’ 8,6 per cento. Risulta inoltre, che la condizione di “povertà relativa” colpisce, nella stessa area geografica, il 5,1 per cento degli occupati, con una lieve distinzione tra dipendenti (5,4%) e lavoratori autonomi(4 %). La povertà assoluta, invece, nel centro Italia, ha avuto un incremento, nello stesso periodo, dal 2,7 al 3,8, rispetto a un trend nazionale attestato al 3,5 delle persone occupate. Il rapporto contiene un elenco di “indicatori di disagio economico” da cui risulta che le difficoltà maggiori, determinanti ai fini della povertà sono: 1) le spese impreviste; 2) l’acquisto di vestiario; 3) il pagamento delle utenze. Tutti elementi condizionanti che portano una consistente percentuale (17%) a manifestare difficoltà ad arrivare alla fine del mese. A testimonianza che la povertà non rappresenta solo un fenomeno di scarsità di mezzi, ma rivela un disagio sociale, il rapporto illustra un elenco di problemi che portano le persone a rivolgersi ai centri di ascolto tra cui prevalgono: 1) divorzio o separazione; 2) conflittualità tra genitori e figli; 3) conflitti di coppia; 4) assistenza socio sanitaria. Il report presenta inoltre un’indagine da cui si evince un elenco di richieste delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto che nell’ordine sono: 1) lavoro; 2) ascolto; 3) assistenza sanitaria; 4) coinvolgimenti, ecc. La preoccupante estensione del fenomeno evidenzia la necessità di una “educazione alla povertà” che si esprime soprattutto attribuendo la giusta attenzione, non solo ai bisogni materiali, ma alle cause di disagio ed emarginazione che derivano dall’isolamento sociale dei soggetti meno abbienti. Il rapporto si chiude con un importante interrogativo: che cosa ha determinato il dilagare della povertà, in una società così controllata e orientata allo sviluppo? La questione viene lasciata volutamente aperta pur se vengono accennate alcune direttrici importanti che riguardano la prevalenza di logiche di profitto e la produzione normativa orientata all’efficienza, alla enfatizzazione di costi e alla disattenzione ai valori sociali. Il Report, in distribuzione in questi giorni, verrà presentato la mattina del 14 gennaio 2012 a Fiumicino e agli studenti delle scuole superiori che ne faranno richiesta.