Nel Consiglio dei ministri di oggi potrebbe trovar posto anche la riforma delle concessioni balneari. Il nodo sarà sciolto soltanto oggi pomeriggio direttamente dal Premier, ma come aveva promesso il ministro per gli Affari regionali e la famiglia, Enrico Costa, all’indomani della bocciatura della Corte di giustizia delle proroghe automatiche delle concessioni demaniali, il Disegno di legge delega è pronto. Con il Ddl il Governo completa il percorso di salvataggio delle concessioni demaniali. Quelle in atto resteranno in vigore fino al 2020 in attesa della completa attuazione della riforma, così come prevede il Dl enti locali licenziato dal Parlamento e in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Riforma che dovrà concludersi entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge delega e, nelle intenzioni del Governo, entro il 31 dicembre 2017.
Il Ddl delega lascia spazi di intervento all’Esecutivo cercando soprattutto di tutelare gli investimenti dei “balneari”, prevedendo anche un adeguato periodo transitorio per l’applicazione delle nuove regole di assegnazione delle concessioni. Non solo. La delega prevede di risolvere il caso dei cosiddetti “pertinenziali” che con la revisione dei canoni concessori in base ai valori Omi hanno visto triplicarsi i costi.
La riforma delle concessioni sulle spiagge dovrà fissare, dunque, criteri e modalità di affidamento delle concessioni, rispettando i principi di concorrenza, di valorizzazione della qualità paesaggistica e di sostenibilità ambientale, di libertà di stabilimento, così come indicato dall’Europa con la cosiddetta direttiva Bolkestein. Ma allo stesso tempo dovranno anche prevedere la valorizzazione delle attività imprenditoriali, il riconoscimento e la tutela degli investimenti, di beni aziendali e del valore commerciale. Le procedure di assegnazione dovranno garantire imparzialità e trasparenza. Stop dunque a qualsiasi assegnazione automatica delle concessioni. Si dovrà tener conto anche della professionalità e dell’esperienza acquisita nell’esercizio di concessioni di beni demaniali per le finalità turistiche-ricreative.
I decreti attuativi dovranno indicare anche i limiti minimi e massimi di durata delle concessioni entro i quali le regioni potranno muoversi, nonché fissare le modalità di subingresso in caso di vendita o di affitto delle aziende. Prima di arrivare alle gare la riforma dovrà prevedere «un adeguato» periodo transitorio per l’applicazione delle nuove regole. I balneari hanno avanzato la richiesta di durata trentennale ritenuta irricevibile dal Mef. Sull’aggiornamento dei canoni concessori, infine, si applicheranno i valori tabellari e la stima diretta secondo le tipologie dei differenti titoli concessori.

Il Sole 24 Ore di Marco Nobili