C’è un testimone che era presente al momento dell’esplosione che conferma l’ipotesi del dolo. Si tratta di un giovane che alle 3.25 è entrato nel Gran Cafè, il bar aperto fino a notte fonda a pochi metri dalla sala scommesse.
Nell’ordinare al banco un cappuccino il ragazzo avrebbe detto: “ma non sentite che puzza di benzina c’è fuori?”. Neanche il tempo di sorseggiare il cappuccino che è arrivata la deflagrazione. Quando sono usciti dal bar non c’era traccia dei possibili autori con le fiamme che erano già alte, fino ad arrivare al piano superiore, dove dormiva una giovane coppia con un figlio di 2 anni. Tutti potevano morire per le esalazioni o per l’incendio visto che il fuoco ha bruciato le tapparelle delle finestre. Per fortuna la mamma, Silvia, e il marito si sono svegliati in tempo e sono scappati in strada, ma i danni alla casa sono ingenti.
Da mettere nel conto c’è l’assoluta indifferenza nei confronti delle conseguenze che potevano verificarsi, sopra i negozi al piano terra ci sono tanti appartamenti abitati da famiglie, chi ha appiccato le fiamme (nelle migliori delle ipotesi solo con la benzina) non poteva non sapere che rischi correvano quelle persone.
Il precedente del Bar Girasole, e in qualche modo anche il tentato furto al bancomat che ha fatto esplodere l’ufficio postale di Maccarese, farebbe pensare alla malavita organizzata o a qualche banda. Ma se fosse il racket si verrebbe a sapere, i commercianti della zona invece assicurano che non c’è mai stata alcuna richiesta.
E allora di che si tratta? Cominciano ad essere troppi gli episodi per pensare solo al caso. Vendette personali? Il gesto di qualche squilibrato? Una cosa è sicura, su viale Castel San Giorgio e dintorni i commercianti e non solo loro hanno smesso di dormire tranquilli.