Risultato: oggi esistono solo due “nuclei di cure primarie”, uno a Fregene e l’altro a Fiumicino. Una situazione che ha suscitato tante proteste, un fiume di firme raccolte dalle associazioni delle singole località che ora – ecco la novità – si uniscono nella protesta insieme agli amministratori comunali minacciando azioni eclatanti. La “prova di forza” è andata in scena ieri l’altro nella sala consiliare, presenti il presidente del consiglio municipale Mauro Gonnelli, promotore dell’incontro, l’assessore comunale alla Sanità Vincenzo D’Intino e i comitati cittadini di tutte le principali località del Comune. <<La Asl Rmd ha declassato tutti i nostri presidi – ha tuonato Gonnelli – infischiandosi della situazione attuale. Oggi abbiamo meno servizi di 15 anni fa quando i residenti erano la metà. C’è una chiara volontà di mettere in ginocchio il sistema sanitario locale>>. D’accordo i comitati cittadini, tutti con pacchi di fogli con le firme di protesta raccolte o da raccogliere nei prossimi giorni. <<Le consegneremo insieme alla Regione Lazio nella mani di Marrazzo che non ci ha ascoltato – commenta Pietro Leone, presidente del comitato di Maccarese – si sta procedendo all’azzeramento del sistema di primo soccorso locale. Siamo pronti ad incatenarci ai cancelli questa volta in compagnia dei pubblici amministratori comunali>>. <<La chiusura del presidio di via degli Orti a Fiumicino è ancora una ferita aperta – spiega Domenico Varriale dell’associazione Pesce Luna mentre impugna la sua petizione – Siamo increduli, è davvero sconcertante l’operare della Regione Lazio: aumento delle tasse e soppressione dei servizi essenziali>>. <<Vogliamo la riapertura dei presidi – aggiunge Severini del comitato “Via dell’Ippocampo” di Fiumicino – siamo disposti a bloccare la città>>. “Salvaguardia Fiumicino”, “Salvaguardia di Focene”, “Crescere Insieme di Aranova”, “Azione Giovani”, tanti gli interventi e tutti sulla stessa linea: quella della rabbia. <<Dalla Asl non abbiamo ricevuto alcuna forma di collaborazione, se non risposte evasive – spiega l’assessore Vincenzo D’Intino – le riaperture dei presidi vengono negate perché le nuove disposizioni li vorrebbero solo se accorpati agli ospedali. Ma sono previste deroghe, invece ignorate, come la crescita della popolazione del Comune, la sua distribuzione territoriale, la presenza di realtà tipo l’aeroporto intercontinentale>>.E in vista dell’apertura delle scuole si profila un nuovo fronte di tensione: se il Provveditorato agli Studi ha ridotto ancora il supporto degli insegnanti di sostegno, anche le figure messe a disposizione dal Comune, su indicazione della Asl, avrebbero seguito un destino simile. <<Una scelta che non mi trova d’accordo, penalizza i bambini più deboli, anche per questo promettiamo battaglia>>, assicura Mauro Gonnelli.