Ne parleranno Barbara Arnett Melchiori, prof.ssa di Letteratura Inglese Moderna e Contemporanea all’Università Roma Tre; Cristina Giorcelli, direttore del Dipartimento di Letteratura Anglo- Americana all’Università Roma Tre; Carla de Petris, prof.ssa di Letteratura Inglese nella Facoltà di Scienze della Formazione all’università Roma Tre.  Il Grand Tour, letteralmente il tour “grandioso”, divenne una moda tra il XVII e il XVIII secolo per completare l’educazione del gentiluomo inglese con la visita delle grandi città dell’Europa Continentale e ai loro monumenti, testimonianze della classicità. Nell’arco del XIX secolo la tradizione è continuata trasformando il tour spesso in una esperienza di vita stanziale in Italia in cui si vedevano realizzati gli ideali romantici della bellezza e della passione anche politica. I poeti Keats, Shelley e Byron ne sono gli esempi più significativi. Successivamente Robert Browning, Henry James e James Joyce – uno inglese, l’altro americano e l’ultimo irlandese – visitano Roma in un periodo che va dalla prima metà dell’Ottocento al primo decennio del Novecento. La città sotto i loro occhi subisce una metamorfosi epocale dalla Roma papalina a Capitale del Regno d’Italia e i tre scrittori ne danno significative testimonianze. Ma Roma è anche la sede della Chiesa Cattolica Apostolica. Sia Browning che James non erano cattolici e Joyce aveva polemicamente lasciato la fede dei padri. Tutti e tre – seppure diversamente attratti dall’antico e dal fascino pittoresco e naturalistico della campagna romana – fissano il loro sguardo indagatore sui riti e sulla pompa della Chiesa di Roma, sui lati oscuri della sua storia. Al termine dell’incontro per chi vorrà rimanere a cena il ristorante della “Conchiglia” preparerà un buffet al prezzo di 27 euro per i soci della biblioteca e di 30 euro per i non soci. Prenotarsi entro e non oltre il 24 febbraio 2011, al numero telefonico 06/6685385.