“Come è noto, lo scorso giovedì 6 novembre si è verificato un grave sversamento di cherosene nella zona nord del nostro comune di Fiumicino”, è quanto si legge in una nota del Movimento 5 Stelle Fiumicino. “Dall’oleodotto ENI che rifornisce l’aeroporto di carburante per gli aerei sono fuorusciti in pieno territorio di Riserva del Litorale almeno 30.000 Litri di cherosene. Sono morti tantissimi animali, l’acqua e il suolo sono inquinati, le coltivazioni sono a rischio così come i molluschi, l’aria è diventata irrespirabile per il forte odore di carburante causando parecchio malessere agli abitanti della zona – prosegue la nota – Il danno ambientale è incalcolabile e ci vorranno almeno una ventina di anni per ripristinare l’ecosistema. Nel pomeriggio del 12 novembre si è riunita appositamente la Comm. Ambiente, presenti anche ingegneri e  tecnici ENI, oltre che la biologa comunale dott.ssa Pascucci.  Assenti invece i delegati di ARPA, il dirigente di area, la PdC Califano, il sindaco Montino, che si è trattenuto solo pochi minuti all’inizio della riunione, e infine l’assessore all’Ambiente Ambrosini. Quest’ultima si sarebbe dimessa, secondo agenzia ANSA, sostituita da Roberto Cini, sebbene nessuna comunicazione ufficiale sia finora pervenuta ai Consiglieri Comunali. Secondo quanto spiegato dagli ingegneri ENI da qualche anno a questa parte i furti agli oleodotti si stanno verificando in misura sempre maggiore su tutto il territorio nazionale, e solo sulla linea Pomezia-Gaeta l’anno scorso si sono verificati circa 30 episodi.  Il sistema utilizzato consiste nel portare allo scoperto il tubo di condotta, cui viene applicato uno speciale dispositivo a sua volta collegato ad un tubo più piccolo, che si allontana dall’oleodotto anche di 150 mt. Alla sua estremità viene applicato un rubinetto di rifornimento da utilizzare a più riprese, nascosto poi nella vegetazione. Al termine dell’operazione il tutto viene reinterrato e reso cosi’ invisibile agli occhi di chi passa. Pertanto ENI ha messo a punto un sistema di antifurto a vibrazione, che rileva le vibrazioni di un trapano che perfora il tubo e permette di intervenire prontamente. Questo sistema però non è ancora stato applicato alla condotta di Fiumicino, che viene controllata solo attraverso il monitoraggio della pressione nei tubi e con il sistema del pedonamento (ossia personale a piedi che controlla l’oleodotto ogni quindici giorni). Il riconoscimento che i furti agli oleodotti siano ormai un evento frequente, ci induce a ritenere che ENI non possa più farsi cogliere alla sprovvista per poi gridare al ladro; il prezzo che il territorio deve pagare è troppo alto per potersi permettere questo rischio.  Inoltre, esiste un dato ancora più inquietante emerso dalla relazione degli ingegneri ENI . Dopo una prima perdita nelle condotte avvenuta la mattina di giovedi 6 novembre e messa in sicurezza da ENI nel corso della giornata, si è verificato un secondo e piu grave sversamento segnalato dai cittadini il venerdì. Tecnici e ingegneri non sono stati in grado di fornire ad oggi una spiegazione, ma sorge il dubbio che dopo il primo tentativo di furto l’oleodotto sia stato rimesso in pressione troppo affrettatamente, magari  per non sospendere troppo a lungo il rifornimento di carburante agli aeroplani. Restiamo in attesa di conoscere le risposte degli entri preposti all’accertamento dei fatti. ENI stessa ha dichiarato di non essere ancora in grado di comprendere le dinamiche del secondo sversamento, indirettamente alimentando ulteriore sconcerto tra i cittadini. L’amministrazione Comunale ha già inviato una diffida, che è il primo atto propedeutico alla richiesta di risarcimento ma riteniamo indispensabile che l’Amministrazione Comunale faccia gli interessi del territorio e dei cittadini ed effettivamente proceda in giudizio chiedendo il risarcimento per danno ambientale, che ENI peraltro si è detta pronta a riconoscere. A tale proposito è previsto per legge che parallelamente anche i cittadini possano costituirsi parte civile nel procedimento, e tale atto è a nostro parere assolutamente doveroso da parte di tutti i cittadini di Fiumicino. Infonde infatti una certa paura pensare che è di recente stato approvato in Regione il progetto di una seconda condotta che da Pomezia dovrebbe attraversare ancora la nostra Riserva per rifornire l’aeroporto di Fiumicino. Se vogliamo che questo paese continui a vivere, non è possibile procrastinare ulteriormente il momento di scendere in campo e difendere i nostri diritti. In questi giorni sono state proposte una serie di iniziative che vanno da una manifestazione pacifica di cittadini all’esposto alla Procura per danno ambientale. Noi, come cittadini di questo Comune, non accettiamo più che accadano tali cose  e faremo quanto necessario per difendere la nostra terra e la nostra salute, mentre nel frattempo i portavoce 5 Stelle in Parlamento ed in Regione stanno presentando interrogazioni sull’argomento”.