Chi scrive è un genitore che segue con passione ed apprensione la crescita e la evoluzione della propria figlia in questo sport. Sport, appunto, con regole da rispettare, con dinamiche molto forti di interazione tra i partecipanti, con una continua messa alla prova delle proprie capacita e potenzialità. Oltre agli allenamenti, belli e faticosi, ci sono tre momenti topici: il passaggio di cintura, la gara di forme, la gara di combattimento. Partiamo dal primo, il passaggio di cintura, da bianca a gialla e poi via via, nel tempo, fino a quella nera, è sempre emozionante per tutti, atleti grandi e piccoli, genitori e Maestri; è il momento in cui si consolida quello che si è fatto in allenamento, tutti fanno il tifo per tutti e poi, tutti a mangiare la pizza per festeggiare con l’immancabile peperoncino crudo che debbono masticare, senza lacrime, quelli che hanno superato l’esame. La gara di forme: eleganza e controllo dei movimenti, testa e corpo che si parlano, armonia e determinazione che debbono esplodere nelle figure che vengono rappresentate, è un ottimo allenamento sia interiore, la capacità di sentirsi, sia esteriore, velocità, controllo e, appunto, armonia. La gara di combattimento: ti chiedi se saprà rispettare le regole, se saprà difendere ma anche attaccare, se avrà “rubato con gli occhi” tutte le astuzie dai più bravi. Questi quesiti non sono in ordine casuale e posso testimoniare che il clima che si crea tra gli atleti del team è di supporto reciproco, non si molla il compagno fino all’ultima gara, fosse a mezzanotte, e lo stesso clima si crea tra i genitori e gli accompagnatori, il supporto è massimo ma senza mai denigrare gli atleti  avversari;   questa è  una  disciplina dura ma è dura anche nel rispetto dell’avversario e degli altri; non accade come nel calcio dove il tuo figliolo è il più bravo e tutti gli altri o sono pippe o sono cattivi. Che dire poi dei luoghi dove si svolgono le gare, Pontinia, Fondi, Firenze, Castiglion Fiorentino ecc, posti bellissimi dove arrivare il giorno prima delle gare per poterli visitare ed apprezzare; palazzetti dello sport gremiti e ben organizzati,ottime cene a base di prodotti locali, insomma una bella occasione per trascorrere un week-end e coniugare la scoperta di un posto nuovo con le emozioni della gara. Per fortuna in queste realtà della provincia italiana c’è ancora la voglia di organizzare e di fare e forse il fatto gravissimo che a Roma non vi siano strutture dedicate a discipline considerate minori e compensato dalla opportunità di conoscere altre parti del paese che ancora investono sulla aggregazione sportiva qualunque essa sia. Insomma se non volete che i vostri figli coltivino e sviluppino elementi quali la correttezza, la tenacia, la velocità di pensiero e di azione, la solidarietà e la determinazione non mandateli in una palestra di taekwondo, rischiereste altrimenti di creare dei mostri, diversi dai viziati, dagli arroganti e dagli apatici, insomma è meglio lasciarli nella media a rincoglionirsi con i messaggini.

Alberto Orlandini (dal Qui Fregene – giugno 2010)