Sarebbe bello che Fregene avesse una location per realizzare spettacoli. Da tempo sentiamo la necessità di avere nel nostro territorio una sala che accolga il pubblico ed abbia le caratteristiche di un teatro, anche piccolo.
La Biblioteca offre il suo spazio ma, pur nella generosità, non può sopperire ai bisogni di una scenografia.
Già siete stati informati attraverso le pagine di questo portale della mia attività teatrale che svolgo a Roma ed anche in altre sedi: a Napoli, a Genova e La Spezia, dove mi offrono una “casa”.
L’ultimo spettacolo di un mio testo teatrale è andato in onda al Manhattan: “Tante Donne in una”, dedicato a Sarah Bernardt. Questa grande attrice è stata anche una donna straordinaria, un fedele ritratto della vita artistica e sociale della Parigi di fine ‘800. Da un’infanzia tormentata alle tournée e al successo internazionale. Dietro la diva la persona umana, dietro la gloria un percorso pieno di ostacoli: ascese e rovesci di fortuna, incontri, capricci, ribellioni, amore per l’arte. Scandalosa per i canoni del tempo, la sua vita fu movimentata quanto quella professionale.
Figlia di padre ignoto e di Julie Berbard trascorre l’infanzia in convento e sarà il conte di Morny amante della zia e poi della madre a provvedere alla sua educazione; frequenta corsi di pittura, scrittura, scultura poi l’iscrizione al Conservatorio e il passaggio alla Comedie Francaise. Avrà un figlio a 20 anni, sposerà un attore dipendente dalla morfina che muore poco dopo. È corteggiata da Ida Rubistein e convive con la pittrice Louisa Abbema. Negli ultimi anni della sua vita reciterà distesa su un divano per l’amputazione di una gamba. Alla sua morte (1923) mezzo milione di parigini partecipano ai suoi funerali.
“La voce d’oro, la divina, il mostro sacro” come la battezzò Jean Cocteau era entrata ormai nella leggenda. In un romanzo epistolare con la scrittrice Francoise Sagan, Sarah Bernhardt le scrisse: “La vita è grande e libera e buffa. La vita è sorprendente. C’è il vento, ci sono le lacrime, baci, follie, voglie, rimorsi. La vita è… lontana. Ma è stata molto vicina. Io gliela consiglio molto vivamente. E poi soprattutto creda a me, se ne è capace, rida! Rida molto, perché veramente se c’è un dono più prezioso degli altri è proprio quello: un riso infrangibile”.
Un’attrice speciale che non si immedesimava nel personaggio ma lo interpretava. Ed è questo che è venuto fuori dai personaggi da lei “indossati”: La Signora delle camelie, La Signora del mare, Teresa d’Avila, Frou Frou, La Samaritana e lei stessa Sarah Bernhardt che io ho scelto per la mia piece e che la regista Fabrizia Fazi ha proposto con una regia eccezionale.

Delfina Ducci