Sembra impossibile ma il nuovo regolamento sulla pesca nel Mediterraneo, approvato dal Consiglio Europeo e in vigore da fine maggio, corre il rischio di fare tabula rasa di una tradizione secolare, vietando la pesca con draghe manuali e meccaniche entro le  0,3 miglia marine dalla costa. Se non arriveranno le revoche richieste, gli uomini della Capitaneria di Porto, a cui spetta il compito di vigilare sul regolamento, dal 1° giugno potrebbero sequestrare centinaia di imbarcazioni dedite alla pesca ai molluschi, diventate da un giorno all’altro fuorilegge. Così ora tutti aspettano con il fiato sospeso la deroga dall’Unione Europea, da quella Direzione generale della pesca che dovrebbe accogliere le eccezioni sollevate dal Ministero delle Politiche agricole. Ma le prime sensazioni non sono affatto positive, la riunione con tutte le principali cooperative del settore fissata da tempo per oggi allo stesso Ministero è saltata. <<Il direttore generale Francesco Saverio Abate è all’estero – spiegano dalla segreteria – con ogni probabilità verrà rinviata a metà maggio>>. <<Strano, non ne sapevo niente – commenta  Claudio Brinati, presidente di Federcoopesca Lazio – cercherò di capire che succede>>.Non è un bel segnale, di sicuro non arrivano segnali da Bruxelles e si cerca di prendere tempo, proprio quello che non c’è. <<Abbiamo chiesto un anno fa la deroga producendo una ampia documentazione scientifica – spiega Plinio Conte, funzionario del Ministero delle Politiche agricole – ma le deroghe vengono guardate sempre con sospetto dalla commissione europea. Che nel redigere i regolamenti si basa su studi di scienziati molto spesso del nord Europa che non conoscono le realtà del Mediterraneo>>.Lo stesso ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, è intervenuto ieri sull’argomento a conclusione del Consiglio informale europeo dei Ministri della Pesca a Vigo, in Spagna. <<È necessario un impegno diverso nella difesa delle prospettive di pesca nel Mediterraneo – ha commentato – per fare questo occorre coniugare il giusto rigore nell’applicazione dei regolamenti comunitari con la necessità di fare in modo che le migliaia di lavoratori di questo importante settore non vengano penalizzati>>. <<La volontà di allontanare la pesca dalla costa c’è sempre stata – interviene Lorenzo Melchiorri, presidente della cooperativa Fiumicino Pesca – ma questo regolamento tutela le grandi aziende ittiche del nord Europa e affonda quelle del Mediterraneo. Siamo molto preoccupati, senza deroga per noi sarà la fine>>.