“Per oltre 400 persone fare le cose più normali come lavarsi, cucinare, andare al bagno, è diventata un’impresa quotidiana – ripete Giovanna Onorati, consigliere comunale Pdl – Le tubature sono vecchie scoppiano, lasciando a secco ogni volta tutta la zona. Quando va bene invece l’acqua arriva ma sporca dopo essere passata per condutture in eternit del 1956, arrivando con il contagocce. Nel 2010, con l’impegno del sindaco Canapini, riuscimmo, dopo anni, a far partire i lavori di adeguamento del primo lotto dell’acquedotto Arsial. Ora è necessario tirare in ballo la Regione Lazio e costringerla a iniziare anche il secondo lotto. Sono stati presi degli impegni precisi, ci sono dei finanziamenti per l’adeguamento dell’acquedotto di Testa di Lepre. È compito di questa maggioranza incalzare la Pisana –sottolinea la Onorati – per dare gambe a questi progetti in accordo con Acea e Arsial”.

“Abbiamo passato un’estate difficilissima, l’acqua non c’era mai e quando usciva era piena di sabbia – dichiara Gabriella Panci residente della zona – ancora oggi la situazione è complicata, ogni giorno bisogna farsi il segno della croce e sperare di potersi lavare o andare in bagno. Un disservizio continuo. I guasti alle caldaie a causa del continuo cambiamento di pressione sono continui, soldi su soldi. Si devono trovare i fondi necessari per realizzare un nuovo acquedotto o terminare i lavori iniziati. Non ci sono solo famiglie senza acqua, ma anche la scuola, costretta a utilizzare autobotti”.

“C’è un continuo spreco di acqua, la condotta principale è collegata a quella del Peschiera, l’acqua al serbatoio arriva potabile – aggiunge Fabrizio Miotto, altro residente – Il problema è che le condutture secondarie sono in amianto e quindi Arsial e Acea non possono dare la potabilità. Ognuno deve arrangiarsi come può, chi con le autobotti, chi con pompe. Assurdo. Basterebbe solo che la Regione, l’Arsial e Acea mantenessero gli impegni e terminassero quello che hanno iniziato”.

“In via Mario Giovagnoli c’è una perdita d’acqua da giugno ma nessuno interviene, centinaia di migliaia di metri cubi d’acqua che si riversa sui campi e sulla strada, rendendo impossibile il transito- accusa Alessandro Torresi – È un problema dell’Acea che non interviene se prima non subentra una ditta specializzata nel trattamento dell’amianto. La tubatura infatti è in eternit, bisogna sostituire circa tre metri di tubo fallato. Per questo problema sono quattro mesi che la zona è senza acqua. Una cosa assurda, inconcepibile nel 2013. Qui non ci sono scuse che tengano. Si deve intervenire”.

“Per adeguare i 36 chilometri di tubature, la maggior parte in amianto, dell’acquedotto di Testa di Lepre ci vorrebbero almeno 15 milioni di euro, cifra che un Comune non può nemmeno lontanamente permettersi – interviene Angelo Caroccia, assessore comunale ai Lavori pubblici – Abbiamo parlato con Regione Lazio, Acea e Arsial che ha la competenza dell’acquedotto. Si sono dimostrate disponibili a sostenere la spesa insieme a noi. Il 16 ottobre c’è stato il primo incontro alla Pisana. Abbiamo trovato dei fondi stanziati da Acea e non spesi per Testa di Lepre. Il primo passo sarà una ricognizione per capire l’entità di questi fondi. Giovedì prossimo è previsto un nuovo incontro. Vedremo quanti fondi l’Acea ha disponibili e l’aiuto che la Regione potrà darci, per programmare investimenti e interventi. L’idea è spalmare in cinque anni i lavori e risolvere entro la fine del mandato il problema dell’acquedotto di Testa di Lepre”.