Il giro d’affari arrivava fino a 2 milioni di euro annui a partire dal 2006. Le Fiamme Gialle hanno individuato, in seguito ad accertamenti partiti nel 2006-2007, dopo le segnalazioni di operazioni sospette che avevano movimentavano diversi milioni di euro, 2 donne, Bruna Giri e Maria Caterina Di Leo, che, secondo le indagini, raccoglievano il denaro dai risparmiatori. Le truffe si svolgevano in particolare a Roma. Un gruppo familiare di 5 persone era incaricato di riciclare il denaro ottenuto. Sarebbero un centinaio, secondo le prime indagini, i risparmiatori truffati. Bruna Giri e Maria Caterina Di Leo avevano lavorato in banca e avevano successivamente svolto l’attività di promotrici finanziarie. Secondo i carabinieri le 2 donne si erano poi messe in proprio, e grazie alla fiducia dei precedenti clienti, avevano costruito una propria rete di risparmiatori, per lo più persone benestanti, professionisti e anziani. Le donne si facevano consegnare i soldi in contanti o con assegni senza beneficiario. Promettendo interessi fino al 10-12%, trattenevano dopo qualche tempo i depositi, con il pretesto di reinvestire gli interessi maturati. Come copertura, facevano sottoscrivere certificati di deposito fasulli, intestati o al Medio Credito Lombardo o alla fiduciaria Solofis, 2 soggetti di fatto non più esistenti perché assorbiti rispettivamente da Banca Intesa e da UbiBanca. Le somme venivano poi girate a un gruppo familiare di 5 persone, composto da padre, madre, 2 figli e la compagna di uno dei 2, che aveva il ruolo di riciclare il denaro e tratteneva per sé un 10% di interesse. Sono al momento 25 le denunce raccolte, ma secondo gli uomini delle Gdf sarebbero oltre 100 i risparmiatori truffati. Alle 2 donne sono contestati i reati di abusiva raccolta e gestione risparmio, truffa, appropriazione indebita, trasferimento fraudolento di valori e ai 5 riciclatori quello di riciclaggio. Una delle 2 donne, Bruna Giri, sarebbe al momento irreperibile. Secondo fonti investigative, sarebbe a Santo Domingo.