“The day after”. E questa volta non c’entra nessun film, ma una realtà che i cittadini di Fiumicino mai avrebbero voluto vedere. Gran parte della pineta di Coccia di Morto ridotta in cenere. Mentre l’attenzione della politica nazionale, in primis il Premier Matteo Renzi, era rivolta al blocco delle partenze degli aeromobili dal “Leonardo da Vinci”, i residenti sono rimasti con il fiato sospeso per ore per le sorti del polmone verde che assorbe gran parte dell’inquinamento derivante proprio dallo scalo. Nessuno, però, a livello nazionale si è preoccupato di tutto ciò. 
Le lingue di fuoco si sono propagate da Pesce Luna e tempestivo è stato l’intervento della Protezione Civile Nuovo Domani di Fiumicino. Ma non è bastato, perché il vento non faceva che alimentare le fiamme, alzando una nube fumosa visibile a chilometri di distanza. “Avremmo potuto salvare la pineta se la sala operativa della Regione Lazio avesse dato seguito alle mie richieste per il supporto aereo che ho chiesto alle 12.25 – tuona Alfredo Diorio della Protezione Civile Nuovo Domani – Con gli sforzi del personale a terra stavamo contenendo l’incendio che non aveva ancora toccato la pineta. Purtroppo i Canadair sono arrivati dopo tre ore, alle 15.25, quando ormai gli alberi andavano a fuoco. Il nostro Comune ha rischiato di perdere un patrimonio ambientale di grande pregio”. Per permettere le operazioni di spegnimento dell’incendio è stata chiusa al traffico via Coccia di Morto, dividendo praticamente in due il territorio comunale con notevoli disagi per i cittadini. Poi intorno alle 20 è stata riaperta.
Nella notte, però, il fuoco all’interno della pineta di Focene si è rinvigorito. Ma due pattuglie della Protezione Civile Nuovo Domani sono intervenute, scongiurando una nuova propagazione e hanno monitorato la situazione per tutta la notte. Questa mattina sono poi entrati in azione anche due elicotteri della Forestale per spegnere dei piccoli focolai. Nel frattempo la procura di Civitavecchia ha avviato un’inchiesta sull’incendio. Gli inquirenti sono in attesa delle prime informative dei Vigili del Fuoco per configurare l’eventuale reato per cui procedere.
Dure sono state le parole del sindaco di Fiumicino Esterino Montino. “L’incendio è partito quasi contemporaneamente su punti diversi e lontani fra loro anche 1 chilometro. Nessuno mi potrà convincere della casualità dell’incendio”, fa notare il primo cittadino. Non solo, ieri l’intero territorio comunale è sembrato sotto attacco. Altri due incendi sono divampati su via Lingua d’oca a Maccarese, in prossimità di via della Muratella, proprio a ridosso del sedime aeroportuale. “Condivido la chiamata in causa da parte del presidente Renzi del ministro dell’Interno Alfano – dice il sindaco Montino – Il sottoscritto più volte ha ribadito che un Comune di 79 mila residenti, area sensibile per le sue funzioni, con 24 chilometri di costa, 222 chilometri di superficie, 6000 barche da diporto, non si può lasciare senza presidi fissi e indispensabili. Penso ai Vigili del Fuoco, che in caso di assoluta emergenza, come accaduto ieri, intervengono da dentro l’aeroporto, altrimenti hanno la sede a Ostia, al Corpo Forestale, anche loro a Ostia, al Comando dei Carabinieri, dislocato in parte a Ostia, in parte a Civitavecchia e addirittura a Casalotti. Questa di ieri è stata l’occasione per fare una seria riflessione su come e con quali forze si presidia un’area strategica come la nostra. Grazie al presidente Renzi per aver sollevato un tema nevralgico che riguarda la salute e la sicurezza del nostro territorio”.