L’interprete romano, che qualche anno fa ha vissuto per un periodo a Fregene, autore tra l’altro di alcune delle più belle canzoni italiane degli ultimi trent’anni, ha intrattenuto i numerosissimi spettatori giunti in largo anticipo sotto i pini della pineta secolare al punto che alle 21 i posti a sedere erano già abbondantemente esauriti. Così tra un vecchio successo come "Io nun piango quando un omo s’ammazza", uno dei suoi proverbiali monologhi da filosofo della strada, una tenera dedica all’amico (anche lui un pò "artista maledetto", anche lui di umili origini e ancora anche lui vissuto a Fregene per qualche tempo) quasi coetaneo scomparso da poco Gianfranco Funari, un medley delle sue  composizioni più conosciute portate al successo da altri famosissimi interpreti, basti pensare a "Minuetto" scritta per Mia Martini o a "La musica è finita" composta per Ornella Vanoni, una pausa, salutare visto il gran caldo, per presentare la band di 5 elementi che lo accompagnava il "Califfo" ha entusiasmato i suoi fans per un’oretta presentandosi sul palco nel suo look preferito in "total black". Per finire così, come finiscono tutti i suoi concerti, con la più famosa delle sue canzoni "Tutto il resto è noia" cantata a squarciagola dai suoi più affezionati estimatori. Per chiudere però senza bis, seppur richiesti, segno probabile di un senso di stanchezza del "maestro". (Lorenzo D’Angelantonio).