Caro Sindaco, mi ripropongo di scrivere questa lettera ormai da molto tempo, anzi troppo tempo, poiché ero fiduciosa che una situazione di degrado così evidente sarebbe stata sicuramente risolta dalla sua amministrazione. Si trattava, pensavo ingenuamente, di avere pazienza: un sindaco che si è mostrato spesso sensibile verso i richiami presentati dalle organizzazioni locali, che sta promuovendo cultura… non può lasciarci ancora in queste terribili condizioni. Per dirla tutta, in realtà speravo di non dovermi indignare per l’ennesima volta come cittadino per veder rispettato il nostro diritto ad “abitare” in un contesto, seppur con standard minimi, civile. Spero che avrà la pazienza di prestarmi La sua attenzione e arrivare fino in fondo a questa mia. Di che sto parlando? Del degrado e della pericolosità di viale Tre Denari e di via Giovanna Reggiani, dove noi pendolari parcheggiamo le nostre auto per prendere tutti i giorni il treno. Ciò che mi preme denunciare è la situazione di pericolo di via Giovanna Reggiani.
La giungla presente sui marciapiedi, dove le erbacce superano il metro e le canne di un vicino terreno sono coricate impedendoci il passaggio, ci costringono a camminare sulla strada – giovani, adulti, famiglie con bambini – in un tratto in curva, rischiando di essere travolti dalle auto che sopraggiungono alle spalle! Proprio oggi ho invitato mia figlia a non parcheggiare più su quel tratto per salvaguardare la sua incolumità.
Ma non ho concluso la descrizione di questa strada che oltre a doverla percorrere sull’asfalto come ho già detto, rimane buia e isolata, seppur dotata di lampioni che ormai da diversi anni non vengono accesi. In molte donne torniamo tardi quando è già buio, ancor di più d’inverno, e il ricordo del terribile fatto di cronaca richiamato dal nome della via torna vivido, ritrovandoci esattamente nella stessa situazione di pericolosità. Non voglio e non posso arrendermi alla riprovevole ipotesi che l’intitolazione di quella strada alla vita spezzata di una donna, possa aver avuto finalità diverse da quelle di celebrarla e promuovere comportamenti virtuosi da parte delle amministrazioni.
Ma, Sindaco, mi dia Lei per favore una spiegazione per la quale quella strada, ripeto luogo di parcheggio, è lasciata in quelle condizioni.
Lei ben saprà in che condizioni sono i marciapiedi di queste strade, visto che in tutto l’anno, almeno sino ad oggi, non credo di sbagliare se affermo che c’è stato un solo intervento delle “stradino” effettuato, oltretutto, quando il decoro era già un concetto molto lontano dalla realtà e il disagio ormai quotidianità di molti mesi.
L’intervento di sfalciatura delle erbacce dai marciapiedi ha riguardato solo viale Tre Denari, e non tutta, e lavorando con le macchine parcheggiate, non ha interessato i bordi degli stessi che ora hanno una barriera alta più di mezzo metro, costringendoci, quando possibile, a cercare un varco per salire sul marciapiede. Ma chiaramente, passati ormai alcuni mesi dall’intervento, le erbacce sono di nuovo tutte lì, impedendoci il passaggio. La situazione può solo peggiorare nei prossimi mesi.
Inoltre, se ci poniamo come cittadini che al di là di non avere uno standard decoroso sostengono anche i costi economici dell’amministrazione della “cosa pubblica” , le radici di queste danneggiano la pavimentazione comportando, immagino, un esborso più alto rispetto alla sola manutenzione. Ma certo nella nostra martoriata Italia la “pratica” della manutenzione è un concetto perso nella storia dei tempi, diversamente dal resto delle nazioni evolute.
Aggiungo che l’inciviltà di alcuni concittadini, sicuramente non imputabile all’amministrazione pubblica, accresciuta dall’impunità, questa sì imputabile all’amministrazione pubblica, non aiuta  e spesso le macchine sono parcheggiate sui marciapiedi, la mondezza dei cestini mai vuotati, è sparsa sul percorso e i posti del parcheggio sono utilizzati per abbandonare le auto.
Per concludere, aggiungo una nota positiva, ma che diventa stridente di fronte al degrado che la circonda, e che riguarda la cura e l’attenzione poste nella manutenzione della stazione ferroviaria  immagino a cura delle FFSS,  con tinteggiature continue per coprire sporcizia e scritte, puntuale sfalciatura del verde e pulizia da parte del personale preposto.
Caro Sindaco poco dopo l’inizio del suo mandato La vidi seduto su una panchina di questa piccola stazione e mi ero convinta che le  migliorie che successivamente mi è sembrato di cogliere, come il prolungamento dei parcheggi  e la buona manutenzione delle zone limitrofe, potevano essere frutto della sua personale verifica delle necessità del luogo.
Se non mi sono sbagliata e se può essere valida l’ ipotesi, seppur recondita, che Lei solo oggi attraverso la mia denuncia conosca lo stato di pericolo e degrado sin qui raccontato, la prego di darmi un cenno di riscontro e provvedere al più presto a ripristinare il nostro diritto a vivere in un contesto di “normale”civiltà! Rimanendo in attesa, le invio distinti saluti.

P.S.
Solo da poco ho saputo della lettera di alcune associazioni di Fregene che le hanno scritto per esprimere la loro preoccupazione per le voci di un probabile insediamento dei migranti nel nostro territorio. Ecco, penso che anche loro, forse, avrebbero bisogno di lezioni di civiltà, quella normale civiltà di cui parlo e che si sta perdendo anche, certo non solo, per la consuetudine a vivere nel degrado e nella guerriglia quotidiana, condizioni che alimentano gli istinti più bassi e vili dell’essere umano. Mi piacerebbe avere il tempo di raccontarle della grande testimonianza di integrazione di una piccola comunità e della sua squadra di rugby composta all’80 % di migranti provenienti da Lampedusa. Ma questa è un’altra storia.

Daniela De Angelis