Siamo alle porte della stagione estiva 1982, i preparativi preludono ad una gran festa su tutto il litorale. C’è fermento, gli stabilimenti balneari hanno tolto le protezioni davanti al mare, le ruspe lavorano da giorni smuovendo tonnellate di piccoli granelli di sabbia ammucchiati a ridosso delle strutture. I gestori sono ansiosi e allo stesso tempo affamati di offrire servizi e, soprattutto, incassare.

Al Villaggio dei Pescatori si respira aria di rinascita, come una magia che si rinnova ogni stagione, anche se quest’anno si avverte qualcosa di speciale. La totale esplosione del windsurf crea un gran fermento nel settore sportivo dove le grandi marche, come Windsurfer, Mistral, Bic, Tiger Shark, Hi-Fly, Sailboard, si contendono il mercato insieme ad innumerevoli altre che hanno cominciato a produrre tavole di serie, adattandosi alla folle febbre che brucia gli animi di chi sulla tavola ha già una certa esperienza, ma soprattutto dei neofiti; insieme a queste ci sono brand come Fila e Mares, che fino ad ora si sono occupate di attrezzature sportive di altro genere e di abbigliamento che ha comunque un ruolo, anche se secondario, di fondamentale importanza per il commercio e la vendita riferita al grande pubblico.

Nei fine settimana ci si raduna al Miraggio Club, oramai punto di riferimento del windsurf locale, dove è nata la ‘comunità di Surfisti’ e che poi sarà per sempre il fulcro dello sport velico più completo e divertente del mondo. D’altro canto anche Paul Elvstrom, velista olimpionico di grande fama (probabilmente qualcuno di voi ne avrà già sentito parlare) nonché costruttore di vele da regata, in una sua intervista afferma che è dispiaciuto di non essere più abbastanza giovane per godere a pieno delle sensazioni UNICHE che il windsurf dà a chi lo pratica.

Posizioniamo il ‘campo boe’, il canale di entrata e di uscita delle tavole e delle piccole imbarcazioni che viene regolamentato dalla Capitaneria di Porto di Fiumicino e coordinato dalla sezione ‘Locammare di Fregene’, dove il Comandante Uggera è sempre attento a mantenere un buon andamento della balneazione e allo stesso tempo dare gli giusti spazi per le varie attività ricreative.

La convivenza con i bagnanti non è sempre facile soprattutto nei mesi più caldi dell’estate quando migliaia di romani affollano la spiaggia e dove c’è sempre qualcuno che si sdraia nella fascia riservata all’uscita e all’entrata delle tavole da windsurf. Non vogliamo che nessuno si faccia male e avere problemi con la Guardia Costiera, quindi cerchiamo, per quanto possibile, di rispettare e far rispettare le regole a noi imposte. Capita a volte, quando i venti arrivano dritti dal mare, che l’uscita diventi complicata per i mezzi a vela che escono dal canale largo al massimo una ventina di metri. Si fa quel che si può anche per evitare chi fa tranquillamente il bagno dentro il ‘campo boe’ non sapendo che i gavitelli arancioni posti in fila fino ai duecento metri delimitano una zona dove è vietato farlo. Abbiamo messo anche cartelli a terra in prossimità dei limiti, ma niente, la frenesia distratta dei bagnanti non ha né attenzione né rispetto per le regole. Non è difficile essere ammoniti da loro stessi che dicono che il “mare è di tutti” e che se ne fregano: “chiamate i carabinieri!”, rispondono a volte.

La marmaglia giunta dalla metropoli e dai paesini intorno crea un flusso di agitata ignoranza, mista al menefreghismo innato del popolo attuale. Ma a noi poi, alla fine, come si suol dire ‘ci rimbalza’ quindi montate le vele adatte alle condizioni, ce ne andiamo in mare per ore, lasciando il brusio della massa lontano dalle nostre orecchie attente ad ascoltare il canto del vento e del mare.

Ormai al Miraggio Club si è formato un bel gruppetto e da quest’anno sarò il responsabile a tutti gli effetti. Chiariti i rapporti con i concessionari nelle persone di Susanna e Alberto stabiliamo che a fine anno venga fatto un ‘dono’ di sei milioni e mezzo come risarcimento per le spese di utilizzo degli spazi, energia elettrica e acqua. La parte legale dovrà essere nell’arco della stagione regolamentata con la costituzione di una Associazione Sportiva, nel frattempo si parte preparando la struttura. Prima di tutto il rimessaggio di tavole e barche, sia nel tunnel che nello spazio antistante l’uscita a mare; spogliatoi e docce vengono ricavate da un modesto spazio in legno, utilizzato fino a quel momento come magazzino, che servirà a fornire i servizi necessari per lo svolgimento della attività sportiva.

Antonio (il custode e tuttofare) sembra aver lasciato il suo posto, dopo alcune lamentele da parte di alcuni soci del circolo velico. Ho già sistemato la segreteria assumendo nuovamente Sabrina che sembra avere svolto un ottimo lavoro nell’ultima parte della scorsa stagione. La segreteria telefonica ha ripreso a gran regime a squillare informando gli ‘amanti del mare’ sulle sue condizioni aggiornando di tanto in tanto sul cambiamento della situazione meteo-marina: il 6680958 squilla a tutta manetta.

Ci stiamo preparando a quella che sarà la prima Fiera del Windsurf che avrà luogo presso la Fiera di Roma alla fine del prossimo aprile; abbiamo un mese di tempo per preparaci all’evento nel quale vorremmo essere presenti con il nostro stand, pubblicizzando e promuovendo il nostro club chiamato semplicemente FVC ‘Fregene Vela Club’. Uno dei nostri Soci più vecchi, Giuseppe T., è notaio e ha accettato di lavorare per preparare l’atto costitutivo e lo statuto della neo A.S.

Con il mio amico Umberto abbiamo parlato affrontando vari aspetti; ha avuto una discussione in famiglia con il padre e probabilmente lascerà molto presto il lavoro nel chiosco di frutta, quindi sarà senza occupazione. Umberto sembra abbattuto da questo evento e data la nostra amicizia e passione per il windsurf lo invito a entrare a far parte del nuovo progetto senza richiedere alcun contributo economico, con il compito di contribuire ad arricchire i servizi ai soci e aiutare nelle varie faccende che la struttura richiede.

Sono contento di avere al fianco un aiuto morale e, spero, pratico per far sì che il club possa vivere in armonia con tutto quello che necessita ed è necessario al nostro modo di vivere il mare. Così ci mettiamo al lavoro sistemando i servizi per bene; Umberto costruisce delle panche per gli spogliatoi, che fino a quel momento avevano solo un paio di sedie, costruisce anche un bellissimo tavolo per la segreteria ricavato da morali di pino riciclati dove sopra metteremo due vetri con all’interno la carta nautica della nostra zona. Facciamo insieme la pedana dove armare e disarmare le vele oltre ad un trespolo dove appendere le vele per il boma; qui andranno poi sciacquate prima di essere disarmate per essere poi riposte nelle apposite rastrelliere all’interno del lungo ex-tunnel dei lettini.

Il campo boe è a posto, non è un lavoro facile quello di tenerlo in ordine soprattutto dopo le mareggiate che scombinano l’ordine tra un gavitello e l’altro. Il Giggi viene dal Villaggio dei Pescatori al Miraggio via mare e, quando i venti rinforzano, facciamo uscite insieme; io con la mia nuova tavola 275 Marchetti con una banda azzurra e un altra più sottile rossa lungo tutta la outline, dove una malcapitata mosca è rimasta intrappolata e ed finita nella resinatura di uno dei bordi della tavola. Giggi ha una tavola gialla detta il ‘Gatto’ con la quale si diverte come un pazzo planando presto grazie al generoso volume di galleggiamento. Tra lui e Lulù del Glauco sono quelli che planano prima con i venti medi; anche Lulù ha un Aquata gialla anch’essa con un bel volume, mentre a me servono almeno 5 nodi in più, quindi spesso li vedo planare lungo la linea dell’orizzonte con una certa dose d’invidia.

Nel frattempo allo stabilimento balneare ‘La Baia’ c’è Walter che essendo un vecchio velista ha cominciato, attratto anche lui dalla appetibile novità, ad andare anche in windsurf; ha la passione per i catamarani Walter e spesso siamo insieme in mare anche in cat, io facendo lezioni o giretti di prova, lui spesso in solitaria o saltuariamente caricando qualche bella figliola. A volte viene a trovarmi al Miraggio per curiosare o per fare un saluto e chiacchierare.

Una domenica di tempo bruttino organizza, con poco preavviso, una regata Funboard ‘in-out’ con partenza e arrivo proprio davanti alla Baia. Arriva anche lui ‘er Mitico’ Fabio Balini a sfoderare la sua nuova Sailboard. La partenza è di tipo ‘le mans’: tavola in mano sinistra e boma in mano destra; si corre verso il bagnasciuga entrando in acqua per poi salire sulla tavola al volo cercando di prendere velocità il prima possibile; quindi ci si dirige verso una boa posta fuori a 300 metri verso sud dove si dovrà girare per tornare alla boa vicino alla spiaggia proprio davanti lo stabilimento; il tutto per tre volte consecutive. Non vi dico le grida alla partenza; Fabio Balini si invola, come previsto, verso la prima boa, io subito dietro, poi Umberto e Roberto che seguono il gruppetto di testa; gli altri sei partecipanti rimangono dietro di un paio di centinaia di metri, alcuni cadono in mezzo ai frangenti dove è difficile risalire e saranno gli ultimi ad arrivare. Quindi, un bel rinfresco offerto dalla cucina della Baia, dove si sa, si mangia troppo bene. La premiazione di rito vede Fabio Balini che si porta a casa, come previsto, il primo posto, da vero campione incontrastato e si conclude con un bel brindisi finale nello spirito divertente e leggero, unico, che solo Walter sa dare come padrone di casa.

Nel frattempo i dépliant illustrativi del FVC (Fregene Vela Club) sono pronti; un socio, un certo Giuseppe G. che lavora in tipografia, ci fa un gentil dono, forse sarà il prezzo che ha voluto pagare per avere aggiunto la sua persona, della quale poi scopriremo i pregi e i difetti. Porteremo quattro tavole e due vele da armare come sfondo dello stand in occasione della mostra Surf ‘82, un tavolo dove appoggiare i dépliant e le domande di adesione per l’attività del circolo velico. Il grande giorno è vicino e c’è fermento; alla Fiera di Roma all’Eur, camion e furgoni scaricano le novità, tavole imballate passano davanti e dietro, siamo in una completa confusione di andirivieni, colori, odori di nylon e polietilene, magliette colorate, bandiere, televisioni che trasmettono video hawaiani e regate. A mezzogiorno ci saranno state più di un migliaio di persone; noi siamo lì che distribuiamo dépliant ai visitatori curiosi, alcuni fanno domande tra le più disparate; il windsurf è una novità e chi ne ha sentito parlare o ha visto qualche video si chiede in cosa consista veramente. Trasmettiamo la nostra passione con entusiasmo fino alla fine della lunga tre giorni; avremmo distribuito circa 2.000 dépliant, smontiamo lo stand nella amichevole atmosfera instauratasi fin da subito con gli altri espositori, con battute e risate tra uno scatolone e una sacca di vele.

Nei giorni seguenti al circolo si respira aria diversa; abbiamo preso contatto con Tomassoni e con Aquasport mentre con Sailboard abbiamo già dei buoni legami di collaborazione, anche agonistici, nonché la possibilità di prendere tavole scuola con ottimi sconti e pagamenti agevolatissimi a 90gg.

Il club va bene, si respira entusiasmo, le lezioni e le iscrizioni alla stagione danno un bel da fare tra le pulizie mattutine e armare le tavole per la scuola; le bandiere all’esterno confine ai lati dello spazio destinato multi-colorano la spiaggia che di suo sarebbe solo una triste distesa di ombrelli e lettini da mare.

Finalmente a sera torno al Villaggio dei Pescatori a casetta dove ho il mio rifugio, la mia oasi di pace. Passeggio con Lillo nel bosco adiacente fino ad arrivare ai bilancioni sull’Arrone. Amiamo questi luoghi, ci siamo cresciuti tra la spiaggia e la macchia. Da ragazzetti ci venivamo in comitiva nei caldi pomeriggi per stare insieme giocando a carte o pescando sotto i salici piangenti del bilancione dei ‘Merli’ (una famiglia di Roma). Nel piazzale della pineta c’è sempre qualcosa da raccogliere; quando non sono gli asparagi selvatici, nel periodo marzo/aprile, sono i rifiuti di chi viene a fare i suoi ‘zozzi’ picnic, lasciando in terra piatti di plastica, forchette e tutta quella immondizia che avrebbe dovuto portare via. Ma sai, poi alla fine, per me è quasi una ‘meditazione’ raccattare i rifiuti che invadono il nostro bosco. Mi dà un senso di benessere pensando di contribuire a tenere i nostri spazi puliti da tracce umane. Gli stradelli si districano tra i cespugli di ginepro, pino strisciante, mirtella e nei giorni più caldi si notano anche tracce di passaggi striscianti dei serpenti locali, soprattutto bisce, ma anche qualche vipera che ogni tanto trovo arrotolata al sole; si dice che qualcuno le liberi per ristabilire un certo ciclo naturale, ma chissà se è solo una voce o verità. Tanto sta che avendo Lillo, ho paura possa essere pizzicato da qualche serpentello bastardo, perciò come ne vedo una, cerco di ammazzarla, scusandomi prima chiaramente.

Sembra che i libri contabili e legali del FVC siamo pronti per costituire di nome e di fatto il Fregene Vela Club; quindi sarò Presidente. E chi se lo sarebbe mai aspettato che a 33 anni potessi portare sulle spalle una responsabilità del genere. Umberto sarà al mio fianco nel consiglio direttivo e, data la nostra amicizia, tutto sembra andare per il verso giusto. Al momento della costituzione inoltro domanda alla Federazione Italiana Vela che accoglie la nostra richiesta dandoci una affiliazione temporanea; avrà durata annuale così da valutare effettivamente la nostra reale attività divulgativa e promozionale dello sport velico in generale. Il momento è propizio per diffondere la nostra passione, il dopo Surf ‘82 ha portato un’ondata di entusiasmo e voglia di imparare e fare WINDSURF. Ci sono molte regate in giro per l’Italia e non solo; quest’anno è previsto l’11mo Campionato del Mondo della classe Windsurfer che, fin dal 1973 negli Usa, continua con la sua crescita continua in uno stile unico nel suo genere, nonostante i tentativi di imitazione da parte di altre classi che non riescono ad eguagliarne né i numeri né l’atmosfera.